Il pomeriggio di domenica 26 gennaio 2025 del MAR si apre alle ore 16.00 con l’ultimo appuntamento di gennaio di Note d’arte dedicato al repertorio operistico con le arie d’opera più famose che hanno fatto la storia dell’opera a cura della classe di canto del Maestro Simone Alberghini del Conservatorio Statale Giuseppe Verdi di Ravenna. Accompagnati al pianoforte dal maestro Pietro Zuffa il programma prevede: Camilla Pacchierini che esegue Au Bord de l’eau di Gabriel Fauré e Les Chemins de l’amour di Frances Poulenc; Zhang Kang eseguirà O del mio amato ben di Stefano Donaudy: Filippo Saggi esegue Visione veneziana di Renato Brogi e La serenata di Pietro Mascagni su testo di Olindo Guerrini; Marcello Zinzani esegue Notte di Ottorino Respighi; Laura Rigotti esegue An den Mond di Robert Schumann e Sveva Thiele esegue I’m Zimmer di Alban Berg e Zuignung di Richard Strauss. L’ingresso è compreso nel biglietto del MAR.
Dalle ore 18.00 in Sala Martini ha luogo un incontro del Conservatorio Statale Giuseppe Verdi di Ravenna in collaborazione con l’Università Europea di Roma in occasione della Giornata della Memoria 2025. In programma interventi a cura di Gianluca Amatori, Justyna Pajak e Roberto Cantagalli, con esecuzioni di frammenti da J. Williams Theme from Schindler’s List, N. Piovani La vita è bella, Y. Epstein Six songs of the Holocaust, S. Cohen Hatikvah, H. Renie Piece Symphonique, A. Dvorak Largo dalla Sinfonia n 9, M. Mussorgsky La grande porta di Kiev proposte da: Giulia Aurora Forlani, Emilia Fabbrica, Eleonora Zerbini, Marco Guidi, Beini Zou, Stefania Moramarco e il Tuba ensemble. L’ingresso alla conferenza è ad ingresso libero.
Nell’Arts & New Media Room del MAR prosegue fino al 2 febbraio 2025 Vestiva inoltre una segreta felicità, l’installazione site specific di Diego Miguel Mirabella a cura di Giorgia Salerno. Il progetto di Diego Miguel Mirabella si estende a tutte le pareti dello spazio. Non ci sono confini nel diramarsi dell’ornato, interrotto solo dall’artificio della luce riflessa delle finestre della sala creato dall’artista. La decorazione, che prende ispirazione dalle memorie visive dell’artista e dall’ornato musivo ravennate, diviene qui un paesaggio in continua evoluzione narrativa, stilistica e cromatica. Mirabella si muove su diversi registri culturali, dall’Occidente all’Oriente e, spaziando dalla pittura alla scultura, utilizza la decorazione ornamentale come una vera e propria lingua visiva, che a volte si intreccia con la parola al fine di narrare storie che, in questa occasione, conducono lo spettatore in una dimensione quasi onirica, in cui gli elementi si celano o si mostrano a chi guarda. I pigmenti presenti sulle pareti, uniti alla polvere di mosaico, avvolgono il pubblico che, come immerso nello spazio, diviene parte integrante dell’opera, della storia narrata dall’artista. Lo spazio continua la sua vita anche di notte, quando la luce artificiale esterna attraversa le finestre e si sovrappone all’illusione visiva creata dall’artista, custodendo una segreta felicità. Per la natura coinvolgente del progetto e con l’obiettivo di offrire un nuovo punto di vista, il pubblico potrà sostare all’interno dello spazio in modo informale, sedendosi per terra, sdraiandosi o nella modalità che più riterrà comoda per entrare in relazione con l’opera d’arte.

























































