La guerra è una tragedia, ma per le donne e i fanciulli il conflitto è, se possibile, ancora più devastante”. Su questa considerazione si basa la Risoluzione presentata dal Partito Democratico per un rafforzamento del ruolo delle donne nei processi di pace e in tutti i processi decisionali, andando ad accrescere le sinergie col terzo settore e della società civile.

La richiesta dell’atto di indirizzo è quindi per i Dem “l’istituzione di una Conferenza permanente su scala europea partendo da un Comitato regionale permanente per la pace e diritti umani che promuova e sviluppi il ruolo della donna per rafforzare il dialogo tra le comunità”. Una proposta di applicazione globale dei diritti umani, affermata in molteplici documenti delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea per contribuire a ricostruire spazi pubblici o di forte valenza sociale e culturale che possa nascere da una Regione “pienamente inserita nella rete europea ed internazionale quale è l’Emilia-Romagna e che tanto sta facendo negli aiuti umanitari alla popolazione ucraina per l’accoglienza e il supporto ai tantissimi rifugiati e profughi”.

Europa Verde, condividendo in toto la Risoluzione denuncia la “concentrazione quasi esclusiva dei media sul tragico conflitto ucraino dimenticando altre zone dove la violenza regna sovrana come Afghanistan e in altre zone del mondo. La Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite può veramente essere un punto di riferimento importante per ribadire la necessità dei processi di pace”.

Critiche sul documento di indirizzo le posizioni dell’opposizione. Per la Lega “sono giusti i richiami alla pace, ma si fa fatica a seguire l’impostazione di un documento con un accento così specifico sull’universo femminile. Una prospettiva francamente eccessiva che può portare solo ad una parcellizzazione della società”. Molto netta è anche la posizione di Fratelli d’Italia che ricorda essere l’unica formazione politica con una leader donna ma che “è decisamente contro le quote rosa perchè le donne non sono da tutelare come i panda”. In generale, Fratelli d’Italia “non condivide un assunto secondo cui un genere è meglio di un’altro perchè è una generalizzazione pericolosa che non può essere seguita”. Anche il Movimento 5 Stelle, infine, esprime la sua contrarietà alla Risoluzione. “Pur apprezzando gli intendimenti -specifica ancora il M5S- troviamo limitante la discussione fatta sulla guerra e i processi di pace se riferita solo a un segmento della società. Sarebbe stato più utile coinvolgere tutta la società civile nelle sue svariate emanazioni per approcciare seriamente le tensioni internazionali derivanti dal confronto di due superpotenze e sull’importanza della pace in questo contesto”.