“Tanti sono stati i momenti di piazza, i presidi e la sensibilizzazione sul boicottaggio di tutte quelle aziende che sono conniventi con il regime israeliano. Un percorso cittadino che anche il 25 aprile ha messo al centro la solidarietà internazionalista con la Palestina costruendo un momento alternativo a quello istituzionale, che ha invece sfilato per la città con le bandiere israeliane.

Pensiamo sia urgente, vista l’espansione del genocidio che vede oggi più di 35 mila vittime civili e l’avvio dell’operazione israeliana su Rafah, costruire un momento di piazza e di confronto con la città tutta che di fronte a questo sceglie di prendere parte e non stare in silenzio.

Tanta è la solidarietà che il nostro paese sta dimostrando in tutti questi mesi: dai lavoratori che bloccano i porti fino agli scioperi dei sindacati di base contro le politiche di guerra e a fianco dei lavoratori palestinesi, le occupazioni delle scuole e i tanti momenti di piazza, il movimento studentesco universitario che da mesi sta occupando e si mobilita negli atenei del Paese per richiedere pubblica trasparenza negli accordi con Israele e cessare i rapporti di cooperazione nel settore scientifico.

Sappiamo però che non possiamo fermare la mobilitazione finché non verrà fermato Israele e la Palestina sarà di nuovo libera, finché nel nostro Paese non bloccheremo completamente tutte le relazioni fra Italia e Israele.

Per questo è importante costruire un’alternativa a questo governo a partire dalla manifestazione nazionale del 1 giugno a Roma, responsabile, tanto quanto le false opposizioni, di coinvolgere il nostro Paese nelle guerre in corso e complice del genocidio in Palestina, una volta di più dopo l’astensione del 9 maggio per l’ingresso della Palestina nell’Onu: dalle armi inviate in Ucraina fino all’appoggio militare e politico a Israele, fermiamo il coinvolgimento del nostro Paese in tutte le guerre.”