Inaugura sabato 10 ottobre alle ore 18,  nella sede del Quazàr Coworking di Via Emiliani, la mostra fotografica realizzata dagli studenti della 4A dell’Indirizzo Grafico dell’Istituto Tecnico Oriani, seguiti dall’insegnante Sonia Formica durante le attività didattiche di progettazione multimediale.

Quello del Distretto A è un percorso consolidato negli anni ricco di molteplici collaborazioni e stimoli culturali, dal cibo all’architettura, dall’arte urbana alla ceramica fino alle arti grafiche e alla fotografia: in questi ambiti il contributo dell’Istituto Oriani trova particolare approvazione, offrendo a un pubblico di non solo professionisti e conoscitori dell’arte fotografica una mostra nel contesto dell’evento pubblico “#diamocidentro (Nonostante tutto)”, realizzato dal Distretto A – Faenza Art District.

La rassegna dell’istituto faentino, dal titolo “Se fossi lui/Se fossi libero”, riflette una serie di considerazioni sui tempi attuali, accompagnate da approfondimenti di studio sul ruolo della fotografia nel rapporto fra l’uomo di oggi, con tutto quello che gli è prossimo, e le più profonde paure, i sogni più incomprensibili come anche gli stereotipi della nostra società: meditazioni che lasciano spazio anche a interrogativi tormentati su come vive un adolescente questo tempo storico complesso, incerto, proteiforme.

Per rispondere a queste domande gli studenti del Grafico ripensano alla storia dell’arte moderna e alle esperienze artistiche dei maggiori esponenti delle arti figurative del ’900, interrogandosi principalmente sulle ragioni profonde che li guidarono nella scelta di precisi soggetti e tematiche. Partendo dall’incredibile analogia tra le radici emotive, all’origine di molta produzione artistica del secolo scorso, e l’origine dei tumulti interiori che animano le riflessioni dell’uomo contemporaneo.

Allora come oggi, il fulcro della riflessione artistica ruota inesorabilmente intorno al tema della libertà, ed è paradossale constatare quanto l’uomo faccia i conti con un ricorrente stato di prigionia proprio nell’epoca moderna, quella che invece avrebbe dovuto liberarlo da secolari stereotipi e sciocche costrizioni.

La libertà è un qualcosa di più di un poter fare ogni cosa. È qualcosa che trova origine nella consapevolezza e nel profondo rispetto di sé stessi e degli altri.

Le foto in mostra parlano di questo e cercano di rendere in immagine il desiderio di ognuno di liberare le coscienze dalla gabbia delle apparenze e di ruoli sociali preconfezionati.

Hanno ispirato le loro realizzazioni opere di René Magritte, Amedeo Modigliani, Jean Michel Basquiat, Egon Shiele, Lucio Fontana, Mark Rothko e Salvador Dalì, tentando di reinterpretare in chiave contemporanea l’essenza della propria poetica.

La rassegna fotografica dell’Oriani sarà aperta al pubblico per due settimane dal lunedì al venerdì (ore 9‒12 e 15‒19), il sabato solo su prenotazione.