Quella dell’1 e del 2 marzo 2024 sarà una due giorni di grande importanza internazionale non solo per Trevi, ma per l’Italia. La cittadina umbra ospiterà infatti il convegno: “La Cooperazione Internazionale Strumento di Sviluppo”, organizzato dalla Fondazione “S.E.D. – Social Economic Development Enrico Mattei”, dal Comune di Trevi e sponsorizzato anche da AGCI. All’evento saranno presenti Ministri del Governo Meloni, Ambasciatori di varie nazioni, rappresentanti Istituzionali della Regione Umbria ed imprenditori del panorama internazionale.

Per Eugenio Fusignani, presidente di AGCI Culturalia, che sarà presente e interverrà alla tavola rotonda: “I benefici della transizione energetica e della rivoluzione green non sono solo ambientali, ma impattano in modo positivo anche sull’economia e sul benessere della comunità, prevedendo la crescita dell’occupazione, dello sviluppo sociale e sostenibile.

La transizione energetica ha dei tempi lunghi. Avverrà in buona parte attraverso il passaggio a un sistema energetico basato sulle fonti rinnovabili, come fotovoltaico, eolico e idroelettrico, diminuendo così drasticamente i consumi di carbonio, gas e petrolio.  Possiamo considerarla, dunque, un punto di arrivo di un lungo percorso nel quale non possiamo rinunciare ai combustibili fossili tradizionali e quindi dobbiamo prevederne l’estrazione, come lo stesso Enrico Mattei aveva già intuito negli anni ’50.

Io vengo da Ravenna che è una delle capitali mondiali dell’energia dove ogni due anni si tiene l’OMC: Med Energy Conference. La città è diventata, ormai da decenni, hub internazionale privilegiato del dibattito sull’energia: lo è per noi e per tutta l’industria coinvolta. L’OMC ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento per i Paesi del Mediterraneo, che è il vero ponte tra Nord e Sud del mondo, puntando ad essere, sempre più, un vero e proprio laboratorio per la creazione di nuovi e innovativi business che guardino alla transizione energetica, assicurando sicurezza energetica, competitività e sostenibilità. Non fu un caso che nel 1954 Enrico Mattei propose di creare a Ravenna il petrolchimico ANIC e, prima che il governo non rinnovasse le concessioni nel settore energetico, a Ravenna erano impiegati ben 10 mila lavoratori, con i tagli all’estrazione e con le nuove impostazioni, ne son rimasti meno di 4 mila.

La cooperazione gioca un ruolo importante non solo in ambito di produzione e lavoro, ma anche in quello culturale perché la transizione energetica implicherà inesorabilmente nuovi processi culturali tirando in ballo tutte le strutture cooperative di carattere culturale che possono fornire un supporto tanto alla scuola, all’università, quanto al mondo dell’impresa che sarà fondamentale per la ricerca e l’attuazione di una vera e propria innovazione sociale, economica e culturale”.

“Quello di Trevi è un appuntamento di grande rilevanza per noi cooperatori – dichiara il presidente Agci Umbria, Gabriele Nardini – perché il concetto di cooperazione internazionale si rifà ai valori ed alle istanze che hanno avuto origine con l’inizio del movimento cooperativo sin dalla seconda metà dell’800, in cui parole come mutualità, sussidiarietà, condivisione, inclusività e solidarietà sono state il cardine di un nuovo ideale di sviluppo economico, sociale e della persona umana, che si è sin da subito posto come alternativa al modello speculativo e lucrativo imperante, che ha provocato i disastri che sono ormai da decenni sotto gli occhi di tutti.

Rimettere al centro la persona e lo schema cooperativistico come denominatore comune dei futuri processi di collaborazione internazionale, permetterà di onorare al meglio la memoria di Enrico Mattei, che di questi valori si è fatto pioniere e portatore in un’epoca dilaniata da interessi feroci e predatori.

Il fatto poi che tale evento abbia sede in Umbria, terra d’arte e di cultura, sottolinea che lo scambio internazionale deve essere riferito anche e soprattutto alla corrispondenza bilaterale di culture, valori e saperi differenti e complementari, al fine di un arricchimento che passa attraverso la reciproca conoscenza e attraverso l’avvicinamento, in un’ottica di cooperazione, tra culture solo apparentemente diverse”.