In un contesto nazionale e internazionale complesso, segnato da tensioni geopolitiche, rallentamento della crescita e misure di contenimento della spesa pubblica, si inserisce il bilancio di previsione 2026 del Comune di Ravenna. La discussione sulla manovra si è aperta venerdì 12 dicembre in commissione ed è previsto che termini il 22, con il dibattito e la votazione in consiglio comunale.

Sul bilancio incidono in maniera significativa i tagli dei trasferimenti statali al Comune, che per il periodo 2023 – 2028 saranno di 5,8 milioni, e i costi legati al rinnovo del contratto dei dipendenti degli enti locali, che a regime per il Comune di Ravenna ammonteranno a 3,4 milioni l’anno.

“A fronte di tale situazione – dichiara il sindaco Alessandro Barattoni – Ravenna sceglie di continuare a investire su servizi educativi e sociali, contrasto alle fragilità e aumento delle risorse per le manutenzioni del territorio e investimenti. Abbiamo costruito una manovra che, tenendo conto delle risorse disponibili, si focalizzasse su queste priorità, che a nostro parere costituiscono fondamenta imprescindibili per una comunità solidale, inclusiva, sicura e vivibile per tutti i suoi cittadini e cittadine”.

“Malgrado un quadro finanziario che richiede rigore e attenzione alla sostenibilità delle scelte – ribadisce l’assessora al Bilancio Francesca Impellizzeri – questo bilancio afferma con determinazione la volontà dell’Amministrazione di salvaguardare i servizi. Con la stessa priorità è assicurata la copertura delle risorse necessarie alla manutenzione del patrimonio comunale, che richiede un presidio costante per garantire decoro, sicurezza e benessere alla comunità”.

Parte corrente

In questo quadro, la spesa corrente prevista nel bilancio 2026 è di 205,978 milioni di euro. Escludendo le somme per spese vincolate a usi specifici e spostate da anni precedenti, la spesa risulta in leggero aumento (più 0,72 per cento) legato in particolare ai maggiori costi dei servizi, soprattutto quelli socio-educativi e per l’infanzia.

Gli ambiti di spesa più significativi della parte corrente, cosiddette missioni, sono quelli relativi ai diritti sociali, alle politiche sociali e alla famiglia. In questo caso le risorse previste per il 2026, rispetto a quelle previste per il 2025, aumentano dell’8,3 per cento (da 26.096.684 a 28.270.901 euro) con un particolare riguardo all’appoggio scolastico e al sostegno alle persone fragili, disabili e minori. Anche sul fronte dell’istruzione e del diritto allo studio si conferma un’attenzione sempre crescente, con una previsione di spesa in incremento del 6 per cento (da 30.550.386 a 32.379.963 euro) così come per quanto riguarda le politiche giovanili, lo sport e il tempo libero (più 5,3 per cento, da 3.411.194 a 3.591.684 euro), lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio (più 5 per cento, da 6.387.675 a 6.709.153 euro) e il turismo (più 6 per cento da 1.536.532 a 1.630.654 euro).

Le previsioni di entrata restano sostanzialmente in linea con il 2025, con un sostanziale consolidamento delle poste principali, anche in considerazione del mantenimento dell’attuale impianto tributario, accompagnato solo da qualche adeguamento sulle rette dei servizi educativi e sociali resosi necessario per coprire, seppur parzialmente, gli incrementi inflattivi registrati negli ultimi anni.

Parte investimenti

La spesa per investimenti prevista per il 2026 ammonta a 94,659 milioni di euro. Di questi, 35,595 milioni è previsto che arrivino da contributi esterni, pubblici e privati, mentre la parte restante sarà coperta con risorse comunali sia libere che onerose. La somma totale va dunque oltre le disponibilità dell’ente, ma è strategico prevederla e con essa mettere in campo i relativi progetti, per poterli appunto candidare al reperimento dei necessari finanziamenti presso terzi.

Metà della spesa prevista per gli investimenti, pari a 46,932 milioni di euro, riguarda la viabilità, le strade e l’illuminazione pubblica. Fondi significativi sono destinati anche alle strutture a rilevanza sociale (9,255 milioni), a scuole e nidi (6,460 milioni), al patrimonio storico e culturale (4,878 milioni), allo sport (4,730 milioni) e all’ambiente e alla tutela del territorio (4,632 milioni).