L’assemblea annuale di Legambiente Faenza del 20 aprile, assieme agli obblighi statutari, ha allargato il Consiglio, aprendolo anche ad esperti esterni, che ha riconfermato Massimo Sangiorgi, alla carica di Presidente del circolo.

L’assemblea ha indicato inoltre gli impegni e le iniziative più importanti sulle quali si impegnerà nei prossimi mesi: “Nell’immediato saremo impegnati per la raccolta di firme per 4 proposte di legge di iniziativa regionale su: acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo, questioni decisive rispetto alle politiche ambientali e di contrasto al cambiamento climatico. Già da ora, a Faenza, è possibile sottoscrivere le proposte all’ufficio elettorale in p.zza Rampi, negli orari di ufficio, proseguiremo la raccolta delle firme in diverse occasioni, già a partire dal prossimo 25 aprile in piazza”

“Pensiamo di utilizzare l’attenzione attorno a questi argomenti per sviluppare, assieme a tutti i soggetti disponibili: associazioni e comitati, di tipo sociale, ambientale, politico, che condividono anche solo in parte i testi delle 4 leggi, iniziative di approfondimento e azioni concrete nei nostri territori.”

“In particolare Sull’Energia, oggi ancor più di attualità, anche per le conseguenza della guerra di aggressione dell’Ucraina, che contribuisce ulteriormente all’aumento dei prezzi dell’energia e pone problemi di approvvigionamento futuro, serve una vera transizione energetica per l’uscita dalle fonti fossili, per lo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili e l’uso efficiente dell’energia” spiega Legambiente. 

“Invece di illudersi che il problema possa risolversi con nuove estrazioni di gas e nuovi pozzi in Adriatico – come indicato da mozioni votate dal Consiglio Comunale di Ravenna e della Regione Emilia Romagna (fortunatamente con l’opposizione delle forze politiche più vicine alle posizioni ecologiste) e come pare sarà proposto da un Ordine del giorno anche nel Consiglio Comunale di Faenza – Legambiente propone ai decisori politici locali di mettere in atto tutte le azioni che sono effettivamente nelle disponibilità delle nostre comunità: l’Unione della Romagna Faentina nel Piano strategico 2030, si impegna a Incentivare la produzione di energia in modo autonomo e sostenibile attraverso fonti rinnovabili, creando una “Unione autosostenibile” dal punto di vista energetico, obiettivo ancora più stringente di quello della Regione Emilia Romagna, che prevede l’Azzeramento delle emissioni climalteranti prima del 2050, il 100% di energie pulite e rinnovabili entro il 2035, quali azioni si possono attivare immediatamente, anche in coerenza con quelle previste dal Piano di Azioni per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) dell’Unione della Romagna Faentina?

Noi pensiamo sia necessario impegnarsi nella promozione di esperienze concrete di Comunità energetiche Rinnovabili e Gruppi di autoconsumo, che possono ridurre i costi energetici, anche contribuendo ad affrontare la “povertà energetica” per settori sociali più fragili; oltre che stimolare cittadini e imprese ad altre forme di produzione energetica rinnovabile e di risparmio ed efficientamento, che possano ridurre l’uso del gas metano fossile (anche con la diffusione delle pompe di calore, di piani cottura a induzione, ecc.). L’attuale normativa nazionale, pur essendo ancora transitoria, è pienamente applicabile, tra breve sarà approvata la Legge regionale sulle Comunità Energetiche con specifiche misure di promozione, ci sono quindi le condizioni per attivare progetti concreti nei nostri territori. I piccoli comuni, sotto i 5.000 abitanti, attendono l’attivazione del fondo PNRR a loro dedicato (ben 2,2 miliardi) finalizzati anche allo sviluppo delle Comunità Energetiche.

Con il coinvolgimento di tutti i soggetti, pubblici e privati, potenzialmente interessati (Amministrazioni, tecnici, associazioni, amministratori di condominio, parrocchie, imprese, sindacati, ecc.) è necessario poter fornire informazioni e assistenza tecnica a cittadini e imprese che intendono avviare progetti concreti. I tavoli di consultazione permanente, previsti dal PAESC dell’Unione della Romagna Faentina, potrebbero essere i luoghi opportuni per attivare e coordinare tutte le disponibilità, le competenze, i progetti, le risorse, ed avviare una transizione ecologica ed energetica nei nostri territori.”