In merito all’istanza propugnata dalla ConFederazione Oncologi Cardiologi ed Ematologi (FOCE), avente come oggetto la richiesta dianticipare la somministrazione della vaccinazione anti-Covid 19 per i pazienti oncologici, cardiologici ed ematologici,equiparandoli di fatto alla popolazione ultraottantenne come categoria ad alto rischio in caso di contagio,l’Istituto Oncologico Romagnolo comunica ufficialmente la decisione di aderire con fermezza e convinzione a questa petizione. È indubbio infatti come lo spirito di tale proposta sia perfettamente coerente con lamission della nostra organizzazione, che è quello di agire sempre nel miglior interesse di chi soffre di una patologia grave come una neoplasia, tenendo in primaria considerazione la salute fisica e psicologica di questa particolare fascia di cittadini.

Lo IOR ha raccolto l’invito di farsi promotore e portavoce di questa importante iniziativa arrivato dalla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), di cui la medesima no-profit romagnola è socia.  Risulta senz’altro giusto ai nostri occhi che siano le persone più fragili, quelle che corrono i maggiori rischi in questa situazione di emergenza sanitaria, ad avere la precedenza assoluta nella campagna di vaccinazione, in modo da garantirne la sicurezza ed il benessere. Occorre sottolineare comele particolari complessità relative alla sfera della popolazione più anziana, che ricordiamo superare i 4 milioni di unità nel nostro paese, rischiano di far protrarre questa campagna più di quanto chi soffre di altre patologie molto gravi, come appunto una neoplasia, può attendere. Dunque la richiesta, già presentata a dicembre al Ministro della Salute dott. Roberto Speranza e al Commissario Straordinario per l’Emergenza, da parte della FOCE, che ricordiamo essere espressione diretta dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Società Italiana di Cardiologia (SIC), Società Italiana di Ematologia (SIE) e di due fondazioni, “Insieme contro il Cancro” e “Cuore e circolazione”, di rivedere le priorità di questa prima fase di vaccinazioni, sembra senz’altro motivata e coerente con gli interessi di quei pazienti di cui ci siamo presi cura durante i nostri oltre quarant’anni di attività e di cui continuiamo a prenderci cura ogni giorno grazie all’attività dei nostri volontari.

Chiediamo pertanto che in tutta Italiai cittadini con tumori solidi e del sangue in trattamento attivo e con gravi patologie cardiovascolari (con scompenso cardiaco in classi avanzate, trapianto di cuore o post-shock cardiogeno), pari a circa 400.000 persone in Italia, siano incluse da subito in queste primissime fasi della campagna di vaccinazione, provvedendo alla loro profilassi in concomitanza con quella della popolazione più anziana. Solo in questo modo saremo in grado di mettere in sicurezza tempestivamente i pazienti che rischiano di più, e a cui quindi dev’essere naturalmente riconosciuta la priorità.