Segna il ritorno in Italia dello scultore brianzolo Alex Corno, dopo tre personali a Dallas in Texas dove ha vissuto per un decennio, la mostra “Costruire il cielo” che si è inaugurata ieri mattina alla Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna. È uno sguardo sulla sua recente produzione, attraverso 25 opere di dimensioni varie, illuminate dal calore, dall’anima pop, che esprimono la costante ricerca di equilibrio tra le materie industriali e i richiami a una dimensione spirituale e cosmologica. Alla vernice ha partecipato un folto pubblico di appassionati e cultori d’arte, oltre a buona parte del comitato scientifico della galleria, dal coordinatore Francesco Tedeschi a Pierluca Nardoni, curatore della mostra, oltre ai professori Claudio Marra a Claudio Spadoni.

«Con gioia ‘salutiamo’ questa decima mostra da quando abbiamo aperto nel 2022 – afferma Norberto Bezzi, fondatore di Sabe per l’arte insieme alla moglie, la scultrice Mirella Saluzzo –. La galleria ha avuto modo di farsi conoscere e di accogliere artisti che forse altrimenti non avrebbero fatto tappa in città. In media 500 visitatori per mostra, anche se con la recente collettiva “Fotografia e femminismi” abbiamo fatto il ‘botto’ con 1.200 visitatori, grazie a un tema di grande attualità e all’appeal della fotografia rispetto a un’arte visiva come la scultura che è più di nicchia». Dopo aver scelto la fotografia in rapporto alla scultura e allo spazio come filo conduttore dello scorso anno, per il 2025 si ritorna alla scultura in senso più stretto in relazione al colore. «In primavera – racconta il direttore artistico Pasquale Fameli – avremo, come protagonista della seconda mostra a cura di Spadoni, Andrea Raccagni, mentre in autunno è in fase di ultimazione un progetto che metterà a confronto due scultrici in occasione della Biennale del mosaico. Per ogni mostra, come di consueto, avremo poi alcuni eventi collaterali di approfondimento».

Il curatore Nardoni e lo scultore Corno si sono conosciuti dieci anni fa. «Questa è una mostra che testimonia la produzione degli ultimi due o tre anni – racconta Nardoni – con qualche incursione nel suo percorso ormai quarantennale nell’arte. Un percorso solido e ben costruito che ha una sua storia. Quella di Alex Corno è una scultura astratta-geometrica che crea strutture pronte a spiccare il volo, alla costante ricerca della leggerezza malgrado di per sé le opere in ferro abbiano un certo peso. Soprattutto negli ultimi lavori, evidente è il valore anche esistenziale: mi è sembrato un costruttore del cielo che cerca di saldare insieme volumi sempre più leggeri e svettanti». A volere fortemente Corno in galleria è stato anche Francesco Tedesco. «È uno degli artisti che abbiamo subito pensato di coinvolgere – ricorda –. Ci siamo conosciuti negli anni Ottanta grazie al professore Luciano Caramel, un vulcano di iniziative che fra l’altro ha scritto anche la sua monografia nel 2013 per i tipi di Silvia Editrice. Dopo tre personali in Texas, finalmente Corno torna a esporre in Italia. La sua scultura parte dalla sua attrazione per il ferro, per l’officina, per la saldatura, per una manualità artigianale che sfiora l’industriale. Oggi ha trovato una nuova soluzione attraverso il colore che trasforma la scultura e contribuisce a darle ulteriore leggerezza. Le sue lingue di ferro colorate richiamano un po’ il futurismo».

«Sono contento e orgoglioso di avere avuto l’opportunità di esporre in questo spazio magico – afferma l’artista Corno –. Il colore mi sta dando una grande carica vitale, la ‘Corno-energia’ che spero possa essere condivisa. Come non smetterò mai di ripetere, la scultura è di nicchia, non è per tutti. Con la scultura non si bara, viene fuori ciò che si è. Se ho alleggerito le mie sculture è proprio per valorizzare la dimensione spirituale che sento fortemente in questa fase della mia vita. All’inizio temevo di rendere le sculture ridicole, troppo leggere e colorate, ma alla fine ho osato e spero che il pubblico possa apprezzare».

La mostra resterà aperta fino al prossimo 6 aprile, a ingresso libero, il giovedì, il sabato e la domenica dalle 16 alle 19.