A pochi giorni dalla chiusura delle operazioni di iscrizione alle scuole superiori, nella segreteria didattica dell’Istituto Tecnico Oriani di Faenza si contano le preferenze, ben apprezzate dal dirigente scolastico Fabio Gramellini, dal referente dell’orientamento in ingresso Luca Bandini e dai docenti che hanno lavorato intensamente in questi ultimi mesi per l’ottima riuscita degli open day, puntando molto sulla qualità della comunicazione agli studenti e alle famiglie. In effetti è stata premiata, su tutto, proprio la qualità della proposta dell’offerta formativa, che ha senz’altro convinto anche sulla base dei risultati ottenuti e avvalorati nel corso degli ultimi anni da enti e istituti scientifici di caratura nazionale, come quello della Fondazione Agnelli, che con il programma Eduscopio misura la capacità di licei e istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari e la capacità degli istituti tecnici e dei professionali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università e vogliono subito trovare un impiego: ebbene, l’Oriani, rispondendo agli eterogenei bisogni degli studenti e del territorio, negli ultimi anni ha registrato un’impennata degli ottimi risultati su questo versante, per alcuni aspetti anche inediti dal punto di vista della qualità più che della quantità, se si vogliono ricercare con pignoleria le ragioni di un tale consenso da parte delle famiglie.

La Scuola di Via Manzoni non ha rinunciato, durante questi ultimi due anni complessi, a irrobustire il progetto educativo rivolto ai propri studenti e formativo e di aggiornamento del corpo docente, offrendo percorsi di ulteriore sensibilizzazione, tra gli altri, sui temi del bullismo, cyberbullismo e dell’educazione digitale, alcuni dei quali aperti anche alle famiglie, resisi indispensabili nella costruzione di una rinnovata consapevolezza della propria identità negli adolescenti.

Secondo un recente sondaggio realizzato dall’Unicef tra ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni per ascoltare le loro opinioni a seguito della prima ondata dell’emergenza sanitaria, 1 adolescente su 3 chiede maggiori reti di ascolto e supporto psicologico (Unicef Italia, 2020). L’Oriani si è mostrato particolarmente attento negli ultimi anni a promuovere la formazione integrale della persona, tenendo ben presenti i fini sociali della educazione e della scuola, orientati verso il benessere fisico, psicologico, relazionale dei propri studenti, mettendo a disposizione molte occasioni di formazione e informazione, anche per restituire una consulenza educativa su situazioni individuali o di classe agli insegnanti, migliorare la comunicazione degli insegnanti con le famiglie, dare opportunità ai genitori con domande educative e difficoltà relazionali nel rapporto con i figli, aiutare i ragazzi mediante corsi e attività socialmente utili e l’istituzione di sportelli e punti di ascolto scolastici ed extra-scolastici.

Secondo uno studio condotto dal Comitato Italiano per l’Unicef in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Roma Tre sul benessere psicologico delle famiglie durante il primo lockdown c’è una generale maggiore preoccupazione da parte di entrambi i genitori per i figli maschi rispetto alle femmine, sulle scale di ritiro sociale (maschi: M=3.4; femmine: M=2.83), aggressività (maschi: M=8; femmine: M=6) e problemi di attenzione (maschi: M=5.7; femmine: M=4.4) (L. Tiberio et alii, La vita in famiglia ai tempi del coronavirus, 2020). Sono queste le sfide che l’Oriani ha raccolto e si sforza di affrontare ogni giorno, questi sono i bisogni prevalenti, insieme a una rinnovata idea di scuola, che non può più essere solo un’esperienza di trasmissione d’informazioni e conoscenze, ma deve sempre più caratterizzarsi come processo di mutuo e reciproco scambio, una forma attiva di regolazione del rapporto tra insegnamento e apprendimento cui occorrerà far fronte nei prossimi mesi e forse anni.