Investire sui più piccoli significa investire sul presente e sul futuro dell’Italia.
Significa offrire a tutti pari opportunità, a prescindere dal reddito della famiglia di provenienza.
Significa investire sull’apprendimento e sulla conoscenza, per costruire una società più forte e più giusta.
Significa aiutare le famiglie, soprattutto quelle che non posso permettersi di pagare un servizio importante ma costoso per i propri figli.
Significa investire sulla conciliazione e sull’occupabilità delle donne, in un Paese in cui il carico familiare ricade ancora in buona parte su di loro.
Significa investire sulla natalità, in un Paese dove non si fanno più figli.
In Emilia-Romagna abbiamo già iniziato. Dal 2019, con il progetto “Al nido con la Regione” abbiamo già abbattuto le rette a carico delle famiglie con un investimento dedicato di circa 55 milioni di euro. Dal mese prossimo, invece, investiremo per abbattere le liste d’attesa, con un contributo di 4.500 euro per ogni nuovo posto al nido attivato dai comuni. Questi posti saranno strutturali e cresceranno nel tempo per rispondere a tutte le esigenze delle famiglie.
Era un obiettivo prioritario inserito nel nostro programma del 2020: trasformare i servizi per l’infanzia in servizi universali, al pari della scuola. Abbattendo progressivamente sia le liste d’attesa che le tariffe fino al loro azzeramento.
Come lo finanziamo?
Ogni volta che un cittadino ascolta una “promessa elettorale”, si deve chiedere con che soldi viene finanziata. Perché se le risorse non ci sono, si finisce per non realizzarla o per indebitarsi ulteriormente, scaricandone il peso sulle prossime generazioni. Il finanziamento di questo intervento è invece reso possibile dall’utilizzo efficace dei nuovi fondi strutturali europei, dopo che l’Emilia-Romagna ha ottenuto – ancora una volta prima tra le Regioni – il via libera dalla Commissione europea. Ulteriori 20 milioni di euro all’anno, grazie all’Europa e al cofinanziamento regionale del progetto, attraverso cui cambieremo in meglio la società, la vita delle famiglie, il futuro dei nostri figli e nipoti.
E poi c’è l’apprendimento dell’inglese: dall’autunno saliranno a oltre 300, dai 70 del primo anno sperimentale, i nidi e le scuole dell’infanzia di tutte le province dell’Emilia-Romagna dove sarà attivo il programma di approccio alla lingua inglese. Anche questa una iniziativa che renderemo strutturale in tutto il territorio e in pochi anni in tutti i nidi e le materne della regione.
Fin da bambini, dobbiamo mettere i nostri figli in grado di capire e muoversi alla pari dei loro coetanei olandesi, tedeschi o francesi.
La nostra è un’offerta educativa innovativa, per servizi universali e gratuiti: nessuno deve sentirsi escluso o rimanere indietro, e dobbiamo anche sostenere natalità e occupazione femminile.
Va in questa direzione il programma del PD e dei democratici e progressisti in vista del voto del 25 settembre, che prevede investimenti nella scuola per 10 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.
In Emilia-Romagna stiamo dimostrando che si può fare. Facciamolo in tutto il Paese, per rendere l’Italia più forte e più giusta.”, – cosi in una nota il presidente della regione, Stefano Bonaccini.