“La domanda è un po’ sibillina e si presta ad una doppia interpretazione: cosa c’è effettivamente nel sottosuolo dell’area dell’ex Caserma Alighieri? Cosa c’è allusivamente sotto questa assordante situazione così poco trasparente? Proprio alla luce di questi legittimi interrogativi, non è possibile evitare di esprimere ancora una volta una riflessione, un leitmotiv pieno di ombre e luci e così tanti interrogativi da mettere in seria difficoltà investigatori del livello di Sherlock Holmes. Il bel progetto ambientale costituito da un’area di quindici mila metri datato 2018 e con prevista apertura nel giugno 2021 (dichiarazioni del Sindaco) ora slittata  addirittura  a fine 2023 senza, peraltro,  nessun tipo di certezza di festeggiare questo ‘parto prolungato quasi distoico’. Un intervento di oltre 3 milioni, la metà a carico della Regione, ha subìto l’ennesimo ulteriore incidente di percorso causa la presenza di cisterne rimosse per le quali, da una parte si afferma la necessità di nuove indagini nel sottosuolo, dall’altra l’assessora assicura che non esistono pericoli, e tuttavia si attendono le analisi di Arpae. In altre parole il Comune si pone come vittima del presunto ritardo nella comunicazione dei dati da parte dell’agenzia di prevenzione Arpae, – ritardo tutto da dimostrare, – ma in questa intricata questione emerge con chiarezza un evidente palleggio da una parte all’altra. Dubito, tra l’altro, che la citata agenzia di prevenzione agisca con tempi così allungati, tali da impedire il proseguimento e l’ultimazione dei lavori. E nel caso di un inverosimile ritardo, il Comune perché non interviene energicamente per sollecitare la definizione delle analisi in corso?

Se non fosse che si tratta di soldi dei cittadini, la tentazione sarebbe quella di calare il famoso velo pietoso. E poi, a conclusione e a proposito di soldi, confidiamo che le risorse necessarie messe in campo dal Comune per ultimare l’investimento siano ancora disponibili.”