“Oggi, 75 anni fa, il 10 dicembre 1848 l’Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR). Ogni Paese ha formalmente accettato la Dichiarazione, divenuta il fondamento del sistema globale di protezione dei diritti umani, assumendo con la ratifica l’impegno ad attuarla. È composta da un preambolo e 30 articoli. Riportiamo i primi 3:

Articolo 1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2: Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Articolo 3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Altri riguardano il divieto di “tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti” (articolo 5); l’uguaglianza dinanzi alla legge (articolo 7); il divieto di sottoporre ad arresti, detenzioni o esili arbitrariamente disposti (articolo 9); il diritto alla libertà di movimento entro ogni territorio compreso il diritto di lasciarlo e di farvi ritorno (articolo 13); i diritti all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche (articolo 25). Ci chiediamo se ci sia qualcuno di questi impegni e diritti che non sia stato violato dallo Stato di Israele nei confronti dei palestinesi.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito d’urgenza venerdì mattina a New York, per discutere della situazione catastrofica di Gaza, causata dall’azione militare genocidaria contro la popolazione palestinese, intrapresa dall’Esercito Israeliano dopo l’attacco, le uccisioni e i sequestri compiuti da Hamas e da altre organizzazioni palestinesi il 7 ottobre scorso. La riunione è stata convocata dopo la lettera urgente di mercoledì del Segretario Generale António Guterres, inviata in forza dell’articolo 99 della Carta dell’ONU, uno degli strumenti più potenti a sua disposizione. Ieri i morti palestinesi hanno raggiunto le 18mila unità. Il Segretario Generale dell’ONU ha detto che il numero di bambini palestinesi uccisi in due mesi non trova confronto in alcun altro conflitto. Da parte sua il segretario di Stato Usa ha riconosciuto che “troppi palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto nelle ultime settimane” e che si dovrebbe fare tutto il possibile per prevenire che vengano colpiti e per fare arrivare loro aiuti. Venerdì dunque c’era l’occasione perché le Nazioni Unite finalmente intervenissero per fermare la mattanza. È stata presentata dagli Emirati Arabi Uniti una risoluzione al Consiglio di Sicurezza, sostenuta da oltre 90 Stati membri. Chiedeva un immediato cessate il fuoco umanitario, il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi e l’accesso umanitario. I voti a favore sono stati 13, solo gli USA si sono espressi contro, mentre il Regno Unito si è astenuto. Si sarebbe dunque raggiunto il numero di voti favorevoli occorrenti (9) per implementare la decisione se gli USA non avessero fatto ricorso al potere di veto per bloccarla.

 Come Ravenna in Comune rileviamo che gli USA continuano a consentire ad Israele totale libertà di violazione della Carta dei diritti umani (nonché di altre numerose convenzioni alle quali lo stesso Israele ha aderito), applicando un doppio standard a Israele e Palestina. La narrazione di un’azione militare israeliana, intrapresa da uno Stato che si dice democratico, al solo scopo di difendersi, non è mai stata credibile eppure ha avuto l’appoggio, oltre che degli USA, del Sindaco di Ravenna che ha voluto, anzi, sottolinearlo, innalzando la sola bandiera di Israele dai palazzi comunali. Come ricordavamo, de Pascale “dopo aver espresso «solidarietà al popolo israeliano, vittima di un gravissimo attentato terrorista da parte di Hamas», ritenendosi certo di aver interpretato «il sentimento profondo della stragrande maggioranza dei ravennati», non ha aggiunto altro. Non pare interessato dunque a spendere analoga solidarietà nei confronti del popolo palestinese e nuova condanna del terrorismo. Dell’Esercito Israeliano, questa volta, però, come il massacro di donne e bambini sta mostrando al mondo”.

Ravenna in Comune invita il Sindaco ad interpretare correttamente «il sentimento profondo della stragrande maggioranza dei ravennati» esplicitando proprio oggi la condanna per gli atti di violenza che Israele continua a perpetrare contro vecchi, donne, bambini, civili, malati, personale sanitario, giornalisti, ecc. ecc. Sarebbe il solo modo dignitoso per celebrare la Giornata Mondiale dei Diritti Umani da parte di chi si è candidato a rappresentare una Città medaglia d’oro ai valori resistenziali.”