Apprendo solamene questa mattina, dalla stampa locale, della presentazione del saggio ‘Nazitalia’, di Paolo Berizzi, questa sera alle 18 presso Casa Melandri; e, con grande rammarico, ho realizzato che alcun invito personale mi è stato spedito né via posta tanto meno via mail.
Peccato che non possa partecipare ad uno scambio equo-solidale di vedute con il pennivendolo n.1 nel libro paghe di De Benedetti sulle sue teorie schizofreniche borderline enunciate in articoletti artefatti, rigurgitati su La Repubblica in merito alle ‘colonie estive Evita Peron’ organizzate l’anno scorso in provincia di Catania.
E mi dispiace anche non poter avere in regalo una copia, autografata, del suo best seller estate 2018, un contenitore di isterismo e che spopolerà sulle spiagge di tutto il litorale romagnolo, quale miglior e veloce metodo di assopimento post pranzo marittimo.
A dire il vero, mi meraviglio al quanto che una città quale Ravenna, che si crogiola, infinitamente, della propria solidarietà indistinta verso il prossimo, democratica, libera di qualsivoglia pregiudizio, aperta al dialogo ed al confronto di diversi pensieri, abbia dato spazio ad un razzista, italofobo ed eterofobo quale il Berizzi, paladino dell’antitradizione, antiitalianità, anti….tutto ciò che non sia di gradimento a lui e a suoi padroni; così tanto miserevole che arrivò a giudicare quale nostalgica e nazifascista una colonia completamente gratuita organizzata per 21 bambini italiani di famiglie economicamente disagiate. Inetto a tal punto di confondere la bandiera della tradizione europea con quella nazionalsocialista della seconda guerra mondiale; ignorante a tal punto che ha sperperato l’uso delle dita (e non di certo quello dell’intelletto) per scrivere righe e righe di menzogne, senza dimenticare il becero attacco all’alzabandiera che avveniva ogni mattina sulle note e parole de ‘La bandiera dei tre colori’ che, ancora negli anni 60/70, veniva insegnata ai bambini delle scuole elementari (eran tutte  fasciste le maestre di quegli anni?).
Che dire di più, se non un semplice ‘grazie Berizzi’, che con le tue puntuali diffamazioni negli anni denunciate, fungi da ottimo “ufficio propaganda” del nostro movimento.