“Incredibile Stefano Bonaccini, campione in opportunismo. In due diversi articoli pubblicati oggi da altrettanti quotidiani e in un post su FB, il presidente dell’Emilia-Romagna, aspirante segretario del Pd nazionale, boccia il riposizionamento a sinistra/sinistra del proprio partito vagheggiando, al contrario, l’opportunità di coprire un’area più vasta dove convivano tutto e il suo contrario, una macedonia, insomma. Bonaccini è furbo: sa bene che appiattendosi a sinistra il PD non vince, che le chiacchiere dei salotti radical chic non convincono le partite Iva e chi tira su la serranda ogni mattina, per cui bisogna mostrarsi anche un po’ di destra se il suo partito vuole allargare il consenso. Non a caso nella propaganda elettorale per le regionali 2020, Bonaccini ha occultato il simbolo PD, cambiando il tipico colore ‘rosso comunista’ in verde. Il colpaccio gli è riuscito, c’è chi ha creduto a un suo improbabile cambio di passo. In realtà, la sua autentica matrice cultural/politica di ex-Pci riaffiora come un fiume carsico. Non c’è nulla di veramente ‘rinnovato, plurale, civico’ nelle coalizioni fotocopia che si sono presentate nei vari comuni romagnoli sul disegno di Bonaccini. Emerge, al contrario, la strategia del lupo travestito da pecora, ovvero candidati di facciata, sedicenti civici, che non hanno alcuna autonomia ma rispondono alle direttive del PD. Il riformismo di Bonaccini è più apparenza che sostanza, meglio parlare di trasformismo”.
Così in una nota il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.