Tanti oggi hanno voluto esprimere un pensiero per Andrea Gambi, direttore generale di Romagna Acque, scomparso prematuramente all’età di 64 anni nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 marzo. Lottava contro il coronavirus all’ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna, dove era stato ricoverato il 14 marzo.
“E’ molto difficile per me pensare ad Andrea come a una presenza che non sarà più, fisicamente, nell’ufficio accanto al mio, giorno dopo giorno. Abbiamo condiviso gli ultimi anni di lavoro praticamente fianco a fianco: Andrea era una persona preparata e costantemente “sul pezzo”, in grado di unire la gestione del presente con una lungimiranza rara, che ha fatto crescere tantissimo Romagna Acque in questi anni, e sicuramente anche me come presidente” afferma il Il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè.
“Gli devo tanto, tutti gli dobbiamo tanto. Ma oltre alla competenza professionale, all’impegno continuo, all’abnegazione sul lavoro, vorrei ricordarne anche le doti umane: che ne facevano un piacevolissimo compagno, un interlocutore mai banale, spesso divertente e arguto, un romagnolo nel senso più nobile del termine.
Ancora, vorrei sottolinearne la grande passione verso le giovani generazioni, che si intrecciava a quella per lo smisurato campo dell’ingegneria: quello stesso affetto che lo legava al ricordo del professor Pozzati – il suo mentore universitario, con cui era sempre rimasto in contatto – Andrea lo riversava anche nel rapporto con i ragazzi: aveva vissuto con passione la laurea del figlio, sempre in Ingegneria, e alla stessa maniera sapeva coinvolgere e affascinare i giovani professionisti che annualmente partecipano al corso di formazione organizzato da anni a Capaccio, in collaborazione con il DICAM dell’Università di Bologna e con il professor Brath.
Andrea guardava volentieri ai giovani così come guardava sempre al futuro, senza mai fermarsi ai soli problemi del presente: univa l’esperienza di un’attività ormai quarantennale al cuore e all’entusiasmo di un adolescente. Quell’esperienza, quel cuore, quell’entusiasmo, che già ci mancano immensamente, sono un’eredità che dovremo cercare di non dissolvere.
Tutta Romagna Acque si stringe attorno alla famiglia di Andrea – la madre, la moglie Antonella, il figlio Piero, il fratello Paolo – in questo momento di raccoglimento, con un commosso abbraccio” conclude Bernabè.
I sindaci dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna si uniscono al cordoglio dei tanti che in queste ore piangono la scomparsa di Andrea Gambi “A nome di tutti gli amministratori e dipendenti dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, ci stringiamo al dolore della famiglia, degli amici e dei colleghi del direttore Gambi – ha dichiarato Eleonora Proni, presidente dell’Unione -. Piangiamo la scomparsa di uno stimato professionista, che ha contribuito in seno a Romagna Acque a rendere la nostra terra un modello di sviluppo anche per altri territori”.
“Andrea Gambi non ce l’ha fatta, il maledetto virus Covid-19 se l’è portato via. Era il direttore generale di Romagna Acque, dopo esserne stato Amministratore delegato. Ho avuto l’occasione di collaborare con lui, di conoscerlo nei momenti professionali e ogni tanto in circostanze più informali. Una persona solida, competente, di sostanza. Non cercava ribalte mediatiche, ma preferiva lo studio, l’analisi dei dati, l’approfondimento dei problemi e il lavoro sulle soluzioni. La sua era una presenza discreta e forte allo stesso tempo”. Così il deputato romagnolo Marco Di Maio a proposito della prematura scomparsa del direttore generale di Romagna Acque, Andrea Gambi.
“Andrea aveva come stella polare la progettazione, la pianificazione, la precisione e anche la capacità di immaginare oggi ciò di cui ci sarà bisogno tra 10-15-20 anni, senza ovviamente perdere di vista i bisogni del presente. Una qualità sempre più rara tra chi amministra la cosa pubblica – afferma -. Quella di Andrea è una perdita inaspettata e importante per l’azienda e per la Romagna, che viste le restrizioni di questo periodo non potrà salutarlo come merita. Sono certo che ci sarà modo di farlo appena possibile. Un abbraccio alla famiglia, agli amici, ai colleghi di lavoro”.
Anche il Partito Repubblicano esprime il proprio cordoglio. “A nome nostro e di tutti i Repubblicani di Ravenna, unendoci al dolore dell’amico Paolo, esprimiamo con commozione il cordoglio per la prematura scomparsa dell’ing. Andrea Gambi. Di lui ricordiamo le grandi capacità professionali che lo hanno portato a ricoprire incarichi di primaria responsabilità nelle più importanti imprese cooperative e pubbliche del nostro territorio. Un vero e proprio punto di riferimento per le istituzioni e per la nostra comunità, oltre che una delle più autorevoli voci nazionali in materia di gestione delle risorse idriche. Ma soprattutto Andrea era un carissimo amico che lascerà in tutti noi, che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le doti professionali e umane, un vuoto incolmabile. Nel rivolgere un ultimo commosso pensiero ad Andrea ci stringiamo in un ideale abbraccio alla moglie Antonella, al figlio Piero, ai fratelli Paolo, Stefano e Rita e alla mamma Marisa”
La presidenza e la direzione di Ar.Co. Lavori si uniscono al dolore della famiglia per la prematura scomparsa di Andrea Gambi, direttore generale di Romagna Acque, che per alcuni anni – dal 2013 a metà del 2016 – aveva collaborato con il Consorzio.
“Andrea era un ottimo professionista e una persona di grande competenza, dotata di una capacità manageriale davvero non comune – lo ricorda Emanuele Battistini, direttore generale di Ar.Co. Lavori -. Negli anni in cui ha collaborato con noi, il suo apporto alla parte organizzativa del Consorzio è stato corposo e significativo, e ha certamente aiutato anche gli sviluppi successivi di Ar.Co. Ravenna e la Romagna perdono una persona preziosa, mancherà a tutti”.
Anche il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, ricorda Gambi: “Con Andrea Gambi, ingegnere per eccellenza nello scenario imprenditoriale della nostra città ed oltre, il coronavirus ha ucciso un uomo di valore. Lo dico come l’oppositore politico di Romagna Acque, dove ha speso le sue doti migliori negli ultimi otto anni.
Fino a prima lavevo conosciuto solo di nome, per i ruoli di vertice che per oltre ventanni ha occupato nel settore delle costruzioni, a margine dellamministrazione pubblica. Nel campo produttivo dellacqua potabile, di cui Romagna Acque è anche venditrice allingrosso al Comune di cui sono consigliere, ne ho però potuto apprezzare da lontano le competenze e le capacità tecniche, unite ad una visione strategica della pianificazione, che, pur nella funzione politica di amministratore delegato, ha mostrato ed espresso. Ho anche ammirato i molteplici ruoli nazionali di primordine che ha meritato nelle attività di promozione e di sviluppo delle risorse idropotabili, intese come bene pubblico.
Nel gennaio 2018, quando Romagna Acque decise di istituire, con qualche controversia interna, la nuova figura di direttore generale da assumere per cinque anni, ne dissentii drasticamente, non perché parve subito a lui destinata, bensì ritenendo, tra laltro, che una responsabilità di questa portata dovesse aspettare lopportunità di legge, allora assente, di essere assegnata con unassunzione stabile, tramite un vero concorso pubblico, non una di quelle selezioni che rimettono la scelta del vincitore ad un organo politico. Gli si è fatto forse un torto, giacché nessuno più di lui avrebbe potuto vincere quel posto con pieno merito. Ed è per questo che ho chiuso lì la mia indagine sui fatti.
Il 14 novembre 2019 lho conosciuto finalmente di persona, quando ha accettato volentieri il mio invito di presidente della commissione Ambiente del Comune di Ravenna a partecipare come uno dei relatori alla seduta convocata per discutere delle cattive acque in cui soffre la Valle della Canna. Ho messo in cornice, per la chiarezza, il valore e la concretezza, il suo intervento, di cui dovrà farsi tesoro. È bastato niente per comprendere reciprocamente come, nel rispetto delle diverse posizioni e delle persone, che dovrebbe sempre fare la differenza anche in politica, si poteva collaborare non da avversari, ma in amicizia. Stavamo già percorrendo questo binario. Ne piango ora la perdita improvvisa, unendomi con la preghiera al cordoglio che capisco immenso della moglie, del figlio e dei fratelli”.