Pubblichiamo una lettera arrivata in redazione da parte di un cittadino faentino che ha visto la casa dei propri genitori colpita dall’alluvione, insieme al quartiere dove è cresciuto e alla realtà dove tracorre gran parte del proprio tempo libero, all’interno dell’area di San Francesco.

“Ogni Alluvione a manufatti e persone è puramente casuale”

“A distanza di un anno dall’alluvione, gli alluvionati li riconosci dalla faccia. Li riconosci persino nelle fotografie: sono quelli che non ridono mai quando qualcuno dice “CIS”. Un giro della terra intorno al sole non ci ha fatto dimenticare di quando la terra dovevamo farla girar noi con le carriole. Il primo giro governato dalla gravitazione universale, il secondo giro del diluvio universale. Ma seppure intesa con significato diverso, la gravità c’entra con entrambi i giri della terra. Perché il Lamone a maggio dello scorso anno versava in condizioni di assoluta gravità: l’alveo strapieno di alberi, nessuna cassa di espansione, un muretto del ’39 senza fondamenta a difesa del centro storico e nessuna sorveglianza e manutenzione degli argini (che infatti han rotto in ben 5 punti nel tratto cittadino). Nel 1700 a Newton bastò una mela in testa per comprendere e riscrivere le leggi della natura, oggi non ci sono bastate tonnellate di fango per riscrivere le leggi della questura, quelle scritte dall’uomo che impediscono ad esempio ai cittadini di fare gli orti o di pulire gli argini in prossimità delle loro abitazioni. In ogni caso, meno male che le leggi della fisica non sono soggette a modifiche ed emendamenti, altrimenti l’uomo farebbe cadere le mele esattamente dove vuole che cadano le bombe.
In questa gestione post alluvione (…che un po’ per tutti è la gestione dei post sull’alluvione) in tanti hanno rilasciato dichiarazioni. Fiumi di inchiostro (questo sì, ben guidato ed arginato sia da destra che da sinistra) a sporcare pagine di giornali con promesse (non mantenute) fatte da politici (mantenuti). Figliuolo ogni volta che veniva a Faenza dichiarava “I soldi per la ripartenza ci sono!” E poi se ne tornava a casa. Probabilmente la ripartenza da finanziare era la sua e stava solo chiedendo allo stato i rimborsi viaggio.
Ci hanno promesso ristori per tutti (accompagnato dai Portofinos, credo). Dicevano che avrebbero risarcito tutti entro l’estate, poi entro l’autunno, poi entro l’inverno… Che dire, dopo tante false promesse aspettiamo la prima-vera. Si sono sempre rimangiati la parola data. E senza la parola “data”, tutti i documenti firmati non avevano più scadenza.
A coro unito dicevano: “Non è il momento delle polemiche”. Attendo con ansia che qualcuno ci dia il permesso e che ci dica sulla prime pagine dei giornali “Ecco ci siamo: è il momento delle polemiche”. Il momento delle critiche per quanto possa essere seccante ritengo sia abbastanza importante da celebrare, altrimenti si rischia di passare direttamente dal lavarsene le mani alle strette di mano, dai tagli sulla sicurezza al taglio dei nastri, dal suono della pioggia battente a quello degli applausi.
L’uomo, come dice la bibbia, è frutto del peccato originale, e visto che ormai i peccati li ha già fatti tutti cerca di farne sempre di nuovi e ancora più originali. Come recita una nota preghiera “…l’uomo ha tanto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”.
In parole che restano pensieri.
In opere che rimangono omissioni.

“Non vi lasceremo soli” – generale Francesco Figliuolo
Magari abbiamo capito male e il generale ci ha detto chiaramente “Non vi lasceremo Soldi”. Perché Figliuolo a volte si mangia le parole, altre volte se le rimangia successivamente… É un affamato letterario. Ma se abbiamo capito bene, il “Non vi lasceremo Soli” merita una chiave di lettura più universale. In termini astronomici significa infatti “Non vi lasceremo brillare di luce propria”. In una delle pagine più buie della nostra storia, mentre saltava la luce nelle case e le persone dalle case saltavano sui gommoni, Figliuolo ripeteva spesso “non si spengano i riflettori sulla Romagna”, forse sperando che potessimo illuminarci davvero con una metafora… Ma mentre a parole diceva sempre che lo stato c’era (anche se “Stato” è il participio passato di stare, uno Stato che c’è al presente si chiamerebbe “Sto”), ha creato una macchina burocratica incomprensibile che in questi 12 mesi ci ha spento la luce anche da dentro e che ha permesso di ottenere i rimborsi solo all’1% delle persone colpite. A parole ha sempre detto che non dobbiamo perdere la speranza e di guardare alla luce in fondo al tunnel (dimenticandosi però che nei paesi normali la luce c’è anche dentro ai tunnel). Ha sempre detto di stare dalla nostra parte.
Ma in generale, è stato proprio il Generale a spegnere il generale…

“Per fare un fosso ci vogliono 2 rive – Anonimo
Questo antico detto popolare vuole dire che per ogni litigio la colpa è sempre di entrambe le parti. Ma quel che dice il detto, non è assolutamente detto… Infatti si può evitare di rispondere al fuoco e per rendere questo concetto visibile hanno pensato di costruire un monumento sulla fratellanza: se ti trovi davanti a un rivale, puoi sempre scegliere di non diventare tu stesso rivale ma puoi spianare la strada e permettere all’amore (o al Lamone) di inondare ogni cosa. Quindi la mancata ricostruzione della sponda destra sul Senio di via Casale è un grande segno di pace. È il così detto “Senio di Pace”. Che questa nuova installazione metaforica serva a trasmettere speranza tra gli abitanti di via Casale e che la grande breccia scolpita nell’argine possa far breccia anche nei loro cuori. Come si dice, “le vie dell’alluvione sono infinite”. “Infinite”, nel senso di “non finite”.

“Non bisogna investire per armare, bisogna investire per amare” – Papa Francesco
Il papa è stato preso di parola, ma dato che si esprime spesso con termini murari (edificare la Chiesa, abbattere i muri, costruire la pace) hanno pensato che parlasse di cemento armato. E così lo Stato ha disarmato il cemento a favore dell’esercito. L’ha detto la chiesa…
“Invece di armare l’impalcato di cemento,
per evitare che il ponte crolli per il vento,
a noi piace armare l’uomo fino ai denti,
per buttar giù anche i ponti dei perdenti”.

“Costruire ponti dove si alzano muri per paura” – Papa Francesco
Questo è chiaramente un consiglio sulla ricostruzione faentina. Il pontefice (non a caso l’etimologia del nome deriva da Pontifex, cioè costruttore di Ponti) sosteneva che dopo il muro di Via Renaccio andasse ricostruito anche il ponte delle Grazie. Attenzione però: costruire, non affittare. Perché 18.000 euro al mese non costa nemmeno un attico a Roma con vista Colosseo. E se affittare un ponte costa così tanto, dove andranno a dormire i barboni?

“Chi è senza peccato posi la prima pietra” – Gesù Cristo (…più o meno)
Sembrano tutti contenti di avere speso 2 milioni di euro per un ponte provvisorio dopo un anno dall’alluvione (io la vedo più come una multa all’inefficienza del sistema). Ma loro, i politici, erano tutti sorridenti e soddisfatti. Figliuolo durante l’inaugurazione del nuovo ponte ha fatto un po’ di confusione con le parole (…aveva già iniziato a smangiucchiarle). Così il ponte Bailey viene pronunciato “Baili” (forse per assonanza a Bauli, dato che lo considera un grande regalo) e il ponte Jenson viene pronunciato “Gianson”. Ma uno che si chiama Figliuolo e che nel cognome ha più vocali di “Aiuola”, come fa a fare sto casino con le vocali? Così fra circa 3 anni, avremmo una nuova passerella politica (…mentre le passerelle pedonali crollano, le passerelle politiche si rafforzano con le alluvioni) dove tutti si vanteranno per la “rapida” ricostruzione del nuovo Ponte delle Grazie. Sempre con “Grazie” al plurale, ma questa volta (dopo anni di attesa) non sarà intitolato alla Madonna. Ma sarà intitolato a “Grazia, Graziella e Grazie al C..…”.

“La politica è lo specchio del paese” – Giorgia Meloni
Come avviene in tutti gli specchi, la sinistra si sposta a destra e la destra a sinistra. Il cittadino di sinistra, alzando il pugno vedrà il suo riflesso rispondere col saluto romano. Sbattezzato e disorientato esclamerà “sogno o son destro!?”. Non so se la politica sia davvero così rappresentativa della nostra società o se ce la mostri più capovolta di quanto già non lo sia. Nel dopo alluvione mi sembrava che le persone normali fossero molto più vere dei loro riflessi sul palazzo. Forse “la politica è lo specchio del cesso del paese”. O ancora meglio, parafrasando l’egemonia dei maiali nella “Fattoria degli animali” di Orwell: “la politica è lo speck del paese”.

Sarebbe così bello vivere in un paese normale. Un paese che investa davvero sul futuro e non sulla condizionale. Un paese con politici capaci di intendere e di volere e non solamente di volere. Un paese che dopo anni di silenzio, dedichi un minuto di verità per commemorare quelli che per questo stato si sono fatti ammazzare. Possiamo votare a destra e a manca (…si dice così perché in Italia la sinistra manca) e probabilmente ci troveremo sempre nella m…. fino al collo e nella melma fino al colon. Questa Romagna dove è tutto un magna magna, dove si mangiano e rimangiano le parole fino a farle rimanere sillabe sparse, da sempre governata da politici dello stesso colore che se avessero un minimo di dignità diventerebbero loro stessi del colore della bandiera. Persone che senza nessun rimorso lasciano un’intera regione senza nessun rimborso. Che lasciano al buio la terza regione italiana per PIL prodotto: hanno proprio perso il lume della regione.
“Una volta bonificavano le paludi, ora bonificano gli alluvionati!” Direbbero invece quelli che anche nei momenti più neri intravedono sempre un po’ di duce in fondo al tunnel.
Come dire: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Altrimenti pianga lo stesso…
É da una vita che si alternano estremi di destra a estremi di sinistra.
Ma in questo momento gli unici estremi di cui ci vorremmo sentir parlare, sono quelli bancari.

Buon Alluversario a tutti.

“Augurandoci che…
la terra torni a girar sola intorno al sole,
e non dobbiamo più farlo noi con le carriole.
Che la Gravità torni legge universale,
e non la condizione della giunta comunale.
E che tra tutto quello che ci ha tolto l’alluvione,
resti la bontà per non lasciar sole le persone”

Roberto Gorini