La lingua tedesca sta scomparendo dalle scuole. È l’allarme lanciato da una rete di docenti di lingua e cultura tedesca attivi sul territorio regionale, preoccupati per le sorti dell’insegnamento del tedesco nelle scuole superiori. Attualmente in provincia di Ravenna sono solo 15 le cattedre attive contro le 19 per lo spagnolo e 27 per il francese. A livello regionale i numeri dicono 138 cattedre attive nell’insegnamento del tedesco, 229 per lo spagnolo, 318 per il francese.

Tuttavia: “Nonostante il lungo periodo di difficoltà legate alla pandemia, la Germania si conferma ancora come principale partner delle imprese dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda i mercati di sbocco” fanno notare i docenti.

“La stagione turistica 2021, inoltre, ha registrato un notevole incremento di presenze di tedeschi, austriaci e svizzeri sulla riviera romagnola, tant’è che la Regione ha attivato un’importante campagna promozionale del territorio sui mercati di lingua tedesca. Molte strutture alberghiere e imprese del nostro territorio sono costantemente (e talvolta disperatamente) alla ricerca di personale con buona padronanza del tedesco, perché i rapporti con la clientela avvengono preferibilmente in lingua tedesca e la qualità della comunicazione è naturalmente un aspetto indispensabile per il buon esito delle attività”.

Partendo da questa analisi, i docenti evidenziano come: “La conoscenza della lingua tedesca, che con oltre 100 milioni di persone è la lingua madre più parlata in Europa, rappresenta dunque una reale opportunità, un investimento strategico per aprirsi le porte di una carriera professionale nell’industria e nei servizi”.

Diversi i motivi alla base del sempre minor numero di classi impegnate nello studio del tedesco:

“Spesso, nella fase di scelta delle scuole e delle lingue straniere di studio, sono i genitori stessi a orientare i figli verso altre lingue, nella (opinabile) convinzione che il tedesco sia più “difficile”. Oppure accade che siano proprio i ragazzi, maggiormente attratti dalle mode del momento, o convinti che il tedesco richieda molto più studio e impegno, ad optare per lingue più “vicine” all’italiano. D’altro canto diversi istituti scolastici, allo scopo di intercettare le preferenze dei futuri iscritti, si sono adeguati ai desiderata e alle richieste di famiglie e ragazzi, cosa che naturalmente ha penalizzato il tedesco in primis”.

Dal canto loro i docenti hanno provato a rispondere a questa sorta di disinnamoramento, ma:  “Di fatto stiamo assistendo ad un eclatante e inspiegabile scollamento tra le esigenze del territorio e l’offerta linguistica delle scuole, che si può constatare anche solo sulla base di alcuni significativi esempi”.

Lo studio del tedesco in molti territori sta sparendo. Eclatante il caso del liceo Linguistico “Muratori San Carlo” che ha declassato la lingua a materia facoltativa. L’insegnamento è poi scomparso all’Istituto Professionale “Stoppa” di Lugo e, paradossalmente, agli Istituto Alberghiero di Rimini e di Forlì.
Al linguistico di Ravenna il tedesco è terza lingua e può essere scelto in alternativa allo spagnolo, preferito dagli studenti. All’Istituto Oriani di Faenza è rimasta attiva solo una cattedra di tedesco. Fino a qualche anno fa erano tre. 

“Riteniamo che sia necessario ripristinare nelle scuole secondarie, sia di primo, sia di secondo grado, un’offerta linguistica che tenga conto delle effettive esigenze del tessuto economico e culturale emiliano- romagnolo e che ristabilisca una giusta proporzione tra le seconde lingue straniere studiate nel nostro territorio” proseguono i docenti nel loro appello.

“Confidando nel fatto che queste nostre osservazioni incontrino l’attenzione di famiglie, scuole ed enti locali e che vengano vagliate attraverso un’attenta analisi, auspichiamo di poter in questo modo sollecitare opportuni interventi mirati a ridefinire una linea di politica scolastica in grado di favorire maggiori opportunità, sia per i ragazzi, sia per il territorio stesso.”