L’arte del mosaico ravennate è stata protagonista in Giordania dove, nei giorni scorsi, nella capitale Amman, sono state inaugurate due mostre sotto l’alto patronato di Sua altezza reale la principessa Wijdam Al Hashemi: “Con il mosaico, contemporaneità a Ravenna”, curata da Sandro Malossini, e “Invisible cities”, un omaggio alla XXXIV edizione di Ravenna Festival. Alla prima esposizione hanno lavorato ventitré artisti e consente di ripercorrere tutta la storia del mosaico contemporaneo a Ravenna. Per la seconda sono stati selezionati venti dipinti di autori giordani e i mosaicisti si sono messi all’opera per la loro traduzione in mosaico. Le mostre resteranno allestite sino al 14 agosto e successivamente “Invisible cities” farà poi tappa a Ravenna in occasione della Biennale del mosaico contemporaneo.

“Ravenna è città del mosaico – commentano gli assessori alla Cultura Fabio Sbaraglia e alle Politiche europee Annagiulia Randi – perché il mosaico è il linguaggio attraverso cui Ravenna si immagina e parla al mondo. È proprio in questa cornice che trova significato la straordinaria occasione di cooperazione culturale e internazionale di cui queste due mostre segnano un esito importante. Da Ravenna la millenaria storia del mosaico continua a vivere, guardando al presente e al futuro. Per questo riteniamo sia importante che le esperienze più significative che nella contemporaneità dei nostri giorni continuano a operare questo incessante lavoro di confronto e rinnovo dei linguaggi del mosaico siano mostrate e raccontate”.

Le mostre rientrano in un più ampio progetto del Comune di Ravenna che si è fatto promotore di una rete internazionale di città che condividano patrimonio musivo, ma anche comuni valori, bisogni e il desiderio di collaborare a progetti comuni.

Grazie al partenariato con il Forum di cooperazione Italia-Giordania e con Cna di Ravenna, nonché alla sinergia con Ravenna Festival e la collaborazione di Regione Emilia-Romagna con l’Assemblea legislativa, sono state create le premesse per una vetrina di visibilità di Ravenna e dell’Emilia-Romagna in medio-oriente e particolarmente in Giordania.