Come ha avuto origine la colonia di daini presenti nella pineta di Classe?

A porre la domanda è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), con un’articolata interrogazione ripercorre le tracce di questi cervidi a partire dal 2012, data in cui su una delibera della giunta regionale di approvazione del piano territoriale del parco regionale del delta del Po si legge che la specie sarebbe stata “introdotta a scopo amatoriale nell’area dell’allevamento ex-ARIS, alcuni capi fuggiti sono stati segnalati all’interno della pineta e nella zona dell’Ortazzo e sembrano essersi riprodotti”.

Spiegando che per ARIS si intende l’azienda regionale per l’incremento della selvaggina, poi diventata centro privato che utilizzava le strutture dell’abolita azienda regionale, Gibertoni ripercorre le tracce dei ‘dama dama’ in parallelo con l’area attualmente definita ex-ARIS, finita al centro delle polemiche anche nel 2020 quando l’associazione ‘amici degli animali’, aggiudicataria del bando per la concessione di un immobile del Comune di Ravenna sito in località ‘Cà Giansanti’, in tale luogo voleva trasferire il centro recupero animali selvatici, perché “lì per 50 anni è stata allevata fauna selvatica come fagiani e lepri, per cui ci sono già delle attrezzature – certo, un po’ vetuste, ma è pur sempre qualcosa”. L’assegnazione all’associazione fu poi sospesa da parte del Comune con la motivazione che la zona non era vocata per tale attività e sottoposta a specifici vincoli ma, eccepiva ancora l’associazione, “nel bando c’è scritto che in quella zona devono starci animali selvatici, anche se allevati; e allora perché non possiamo fare lì un centro per recupero e soccorso degli animali selvatici?”.

Alla luce dell’intricata vicenda, Gibertoni chiede se la sede dell’azienda regionale per l’incremento della selvaggina a cui si riferiva la delibera di Giunta del 2012 fosse in zona ‘Cà Giansanti’, quando ha cominciato ad operare l’ARIS di Ravenna, se all’inizio dell’attività fossero presenti esemplari di daino e quando ha terminato la propria azione.

In aggiunta a questo primo blocco di domande, la capogruppo chiede anche all’esecutivo regionale “quanti fossero i daini detenuti dall’ARIS posizionata a Ca’ Giansanti, a quale scopo e titolo fossero detenuti, in che periodo e in quale numero”. Oltre a ciò, qualora risultasse che i daini fossero stati ospitati dalla ARIS, viene anche chiesto se “siano mai stati posti in essere accertamenti da parte della Regione sul fatto che tali daini fossero stati immessi in natura, a quale scopo, con quali autorizzazioni e in quale numero e, in caso contrario, quale fu il motivo per cui non si procedette tempestivamente a fare chiarezza, ed eventualmente provvedere se le immissioni avvennero accidentalmente”.

Ulteriori quesiti riguardano poi l’area ex-ARIS e nello specifico si chiede “per quali motivi il Comitato degli Ambiti Territoriali della Caccia RA1 e RA2 abbia occupato ‘sine titulo tale area” e “se risponde al vero che lo stesso Comitato abbia posto difficoltà all’insediamento del C.R.A.S., e, nel caso lo fosse, per quali motivi”.

In conclusione dell’articolato atto ispettivo, Gibertoni, dando per assodato e veritiero quanto scritto nella delibera di Giunta del 2012, chiede “per quale motivo la Regione non senta il dovere (oltre che l’obbligo di legge) di provvedere alla gestione e alla risoluzione delle criticità in merito alla vicenda daini pineta di Classe, ma stia demandando, come sembra e senza aver attuato o collaborato ad attuare, i metodi incruenti previsti prioritariamente per legge, alla Prefettura di Ravenna”.