Migliaia di utenti in  regione, in particolare nelle province di  Piacenza, Parma e Reggio Emilia, in queste ore stanno ricevendo da IREN una lettera che sta creando vero e proprio panico per via degli aumenti al costo dell’energia. Oltre a ciò, si  ravvisa un  tentativo  di aggirare  la norma prevista dal Decreto Legge del Governo di agosto che blocca le modifiche unilaterali dei contratti di  fornitura di  energia elettrica e gas naturale fino all’aprile del prossimo  anno.

Riepiloghiamo i fatti. I clienti  a libero  mercato hanno ricevuto, a fine maggio, una lettera che  comunica una modifica unilaterale del contratto di fornitura elettrica, sulla base dell’articolo 13 del  Codice di condotta commerciale, per la vendita di elettricità e gas ai clienti finali a partire dal  1 settembre. In uno dei  casi  che ci  sono  stati sottoposti l’incremento percentuale del  costo  al KW era pari 315%.

A inizio  agosto  il  Governo  approva un decreto  (D.L. n. 115 del  9.8.22, art.3) che blocca queste modifiche fino all’aprile 2023.

In queste ore gli  stessi  clienti stanno ricevendo una lettera che annulla la precedente, lascia arrivare alla scadenza naturale il contratto, a novembre/dicembre prossimi, per applicare un incremento al  KW pari  al 706%, triplicando  la percentuale rispetto all’aumento annullato.

Si tratta di una politica commerciale socialmente sconsiderata – una manovra che contrasteremo in tutti i  modi (comprese le azioni legali) –  per aggirare il  tentativo  del  Governo  di  limitare i  danni  già  pesantissimi che le famiglie e le aziende stanno affrontando.

Se questa è la politica commerciale scelta (e temiamo che non  resterà  isolata) e se si estenderà  alle bollette del  gas naturale, molte famiglie sono destinate a soccombere.

Il Governo deve intervenire di nuovo per porre a fine a manovre elusive, speculative e socialmente irresponsabili. Occorre un tetto ai prezzi  e agli incrementi per tutte le tipologie contrattuali.

Richiamiamo anche le aziende a un maggior senso di responsabilità verso la collettività e chiediamo ai Comuni azionisti di  intervenire a favore dei loro cittadini.

Negli ultimi giorni ai nostri sportelli il sentimento di esasperazione dei  cittadini  ha raggiunto  livelli che mai nell’ultimo anno avevamo percepito. Manovre come questa rischiano di portare tante persone, che non vedono prospettive di uscita da questa situazione, al collasso  sociale, economico e psicologico.