Nell’ultima seduta del consiglio comunale del 2018, il capogruppo di L’Altra Faenza, Edward Necki, presenterà un ordine del giorno nel quale chiederà al Comune di Faenza di adottare dei provvedimenti per mitigare quelli che vengono considerati impatti negativi del nuovo decreto Sicurezza licenziato dal Governo Lega-Movimento 5 Stelle:

“VISTA

L’entrata in vigore dal 4 dicembre prossimo della Legge 1 dicembre 2018, n. 132  Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonche’ misure per la funzionalita’ del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. (18G00161) (GU Serie Generale n.281 del 03-12-2018);

PREMESSO CHE

  • il dato relativo ai migranti sbarcati in Italia è stato nel 2016 di 144.574, nel 2017 di 108.538 e nel 2018 (al 30 ottobre) di 22.031, confermando un trend in calo che dunque non evidenzia né la sussistenza di situazioni emergenziali né la necessità di misure straordinarie;
  • i contenuti della legge non agiscono però sulla regolamentazione dell’ ingresso di cittadini stranieri in Italia, bensì sulla loro permanenza;
  • questa distinzione è fondamentale per comprendere che ciò che la normativa andrà ad interessare sarà la vita di chi in Italia è già presente, mentre la gestione degli sbarchi continuerà ad essere affrontata in maniera episodica e perseverando nel il braccio di ferro con un’Europa sempre più assente,  senza prevedere la costituzione di reali vie di ingresso legali, favorendo così i trafficanti di esseri umani, che dalla chiusura delle frontiere si arricchiscono sulla pelle degli ultimi.

CONSIDERATO CHE

la Legge in oggetto, tra gli altri profili problematici:

elimina la possibilità per le commissioni territoriali e per il Questore di valutare la sussistenza dei gravi motivi di carattere umanitario e dei seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano abrogando, di fatto, l’istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari (in contrasto con l’art.10 della Costituzione che sancisce il diritto di asilo nel territorio della Repubblica);

introduce una tipizzazione dei casi di tutela complementare dalla portata estremamente ridotta e che non garantisce l’accesso alle misure di accoglienza;

non specifica se questi nuovi permessi di soggiorno permettano l’iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), come invece garantiva il permesso per motivi umanitari, con il rischio di ricaduta dell’intero costo dell’assistenza sanitaria sugli enti locali;

prolunga il periodo massimo di trattenimento dello straniero nei centri di permanenza per i rimpatri da 90 a 180 giorni;

riserva l’accoglienza nel sistema SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), ai soli titolari di protezione e MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati) escludendo di fatto i richiedenti asilo;

esclude la possibilità ai detentori di permesso di soggiorno per richiesta di asilo l’iscrizione all’anagrafe dei residenti, con conseguenti criticità nell’accesso ai diritti sociali e al diritto alla salute, in particolare per la difficoltà di iscrizione al SSN, senza il riconoscimento di una dimora abituale;

RITENUTO CHE

con un quadro normativo così delineato vengano vanificati gli sforzi fatti, anche nei Comuni della Romagna Faentina, volti ad un’equa distribuzione sostenibile su tutto il territorio: il provvedimento favorirà quindi le grandi concentrazioni di persone nei grandi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), di difficile gestione con poche possibilità di percorsi di integrazione e con impatti fortemente negativi per i cittadini;

la mancanza di percorsi di integrazione anche in città più piccole porteranno ad aumentare ulteriormente in città presenze di persone in condizione di estremo disagio, fenomeno che potrebbe aprire a tentativi di reclutamento da parte della criminalità organizzata o costringere a vivere di espedienti;

tutto questo aumenterà in maniera significativa il numero delle persone che, alla luce delle modifiche nella normativa, sarebbero poste, in assenza di titolo di soggiorno, in condizione di marginalità e vulnerabilità;

IMPEGNA

Per quanto attiene agli ambiti di competenza, il Comune di Faenza e l’Unione della Romagna Faentina ad approntare tutti gli atti necessari per mitigare gli effetti della legge in questione, in termini di diritti sia per i cittadini che per le persone accolte;

a questo fine si ritiene necessario che le Amministrazioni:

convochino tutti i soggetti gestori del sistema di accoglienza dei nostri territori per fare con loro il punto della situazione;

richiedano successivamente un incontro al Prefetto per segnalare tutte le criticità che si rilevano in questa normativa e le loro ricadute sui territori;

si riservino di valutare tutte le altre eventuali azioni che si ritenessero utili per contrastare gli impatti negativi in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori”.