Ricorrerà il prossimo 28 aprile la Giornata mondiale per la Salute e la sicurezza sul lavoro promossa dall’OIL (Organizzazione internazionale del Lavoro), un’occasione per fare il punto sulla situazione italiana, dove si contano in media 3 morti al giorno a causa di incidenti sul lavoro e malattie professionali.

I dati relativi all’Emilia-Romagna recentemente pubblicati da INAIL non sono confortanti. Nel 2022, tutte le province hanno visto un aumento degli infortuni: +11,75% a Rimini, +2,97% a Forlì-Cesena e +10,67% a Ravenna. Ancor più preoccupante è il numero dei decessi sul lavoro, che nel corso dell’anno è raddoppiato rispetto al 2021: sono state 31 le denunce di infortunio mortale in Romagna, con 15 casi a Ravenna, 10 a Forlì-Cesena e 6 a Rimini.

Anche le malattie professionali rappresentano una fonte di preoccupazione: nel 2022, a Rimini le denunce hanno avuto un incremento di +17,74%, mentre nella provincia di Forlì-Cesena +18,83%. Solo a Ravenna si è registrato un calo del -26,58%. Tutti numeri che devono richiamare all’attenzione delle aziende, delle organizzazioni e delle autorità pubbliche sulla necessità di fare di più per proteggere i lavoratori.

Purtroppo non è iniziato bene il 2023, con 11.241 infortuni denunciati nei primi due mesi dell’anno (-11,47%) certamente un calo al livello regionale, ma non uniforme sulle province. Anche i casi mortali sono in diminuzione (-27%), ma rimane comunque alto il numero di infortuni, nelle tre provincie romagnole solo Ravenna registra un lieve calo 1.115 (-13,38%) denunce presentate, Rimini sono 637 (+4,24%), provincia di Forlì-Cesena 992 (+0,50%). Nel complesso, sono 8 le persone decedute sul lavoro in regione Emilia-Romagna di cui 3 in Romagna.

“La Giornata mondiale per la Salute e la sicurezza sul lavoro dovrebbe rappresentare un’opportunità per riflettere e agire – dichiara il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli. Occorre individuare ulteriori misure preventive e di tutela per evitare ulteriori incidenti e proteggere la salute e il benessere dei lavoratori. Solo una cultura della sicurezza diffusa e attenta alle possibilità di rischio può garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare per tutti”.

“Come organizzazione sindacale – continua il segretario – abbiamo presentato già da tempo delle proposte concrete fatte in 7 punti che riteniamo fondamentali:

  1. introduzione di un sistema di qualificazione delle imprese che garantisca che solo le aziende che rispettano gli standard di salute e sicurezza sul lavoro, di legalità e di applicazione del CCNL, abbiano accesso al mercato del lavoro e alle gare di appalto;
  2. promozione e intensificazione della contrattazione nazionale e decentrata in modo efficace per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori. Attraverso accordi, protocolli, patti e contratti si possono definire misure e procedure specifiche per prevenire eventuali problemi legati all’organizzazione del lavoro;
  3. introduzione della formazione obbligatoria per tutti i datori di lavoro;
  4. generalizzare la rappresentanza, contrattuale e tecnica (RSA/RSU-RLS/RLST) in ogni contesto lavorativo, garantendo che la stessa venga sempre individuata attraverso una regolare e verbalizzata elezione/designazione, quale espressione della libera volontà dei lavoratori;
  5. intensificare la coordinazione tra organi di vigilanza come gli ispettori del lavoro e gli organi di controllo delle ASL, potrebbe garantire una maggiore efficienza e tempestività nell’individuazione di eventuali illeciti sul posto di lavoro;
  6. aumentare gli investimenti per la tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, soprattutto attraverso l’accesso ai finanziamenti INAIL che possano favorire l’innovazione e l’ammodernamento delle attrezzature e dei DPI/DPC;
  7. inserire e potenziare nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, la materia della salute e sicurezza sul lavoro, a partire dalle scuole superiori, non limitando l’insegnamento solo agli indirizzi tecnici e al rischio specifico, ma anche sugli elementi dell’organizzazione del lavoro per comprendere tutti gli aspetti che possono incidere sull’integrità psicofisica”.

“Nonostante importanti risultati raggiunti negli anni, – conclude Marinelli – ci troviamo in una fase stagnante. In Italia, la tutela della salute e sicurezza sul lavoro sembra essere stato un tema marginale per troppo tempo. Tuttavia crediamo sia il tempo di porre rimedio a questa situazione, grazie all’attivazione di una Strategia nazionale che tenga conto di tutti i settori produttivi e di ogni realtà lavorativa. Siamo pronti a fare la nostra parte per garantire regolarità sul piano contrattuale, legalità, rispetto e centralità della persona e adeguata organizzazione del lavoro, nonché retribuzioni dignitose per ogni lavoratrice e lavoratore. L’impegno del sindacato si articolerà su diversi piani di intervento, agendo sul livello nazionale, nei territori e in ogni realtà lavorativa.

Chiediamo un intervento importante, in un contesto in cui regolarità contrattuale e il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro sono ancora troppo spesso trascurate. In un momento di ripresa economica, tutelare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro diventa ancora più cruciale perché solo garantendo ai lavoratori condizioni adeguate, orari e retribuzioni dignitose, si può parlare di un’economia sana e dinamica, che porti benefici anche alla collettività nel suo complesso.

È quindi fondamentale che le istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali si impegnino in prima persona per garantire un ambiente lavorativo sicuro e dignitoso per tutti i cittadini, in particolare per coloro che si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità. Con il nostro impegno, speriamo di attivare un processo virtuoso, che porti a una maggiore consapevolezza e rispetto delle regole in ogni settore produttivo del Paese”.

 

Tabella B2.2 – Denunce d’infortunio con esito mortale per luogo di accadimento – Emilia Romagna

(Dati INAIL)

Luogo di accadimento Gennaio-Dicembre2021 Gennaio-Dicembre2022 Variazione percentuale
Bologna 26 19 -26,92%
Ferrara 10 5 -50,00%
Forlì-Cesena 6 10 66,67%
Modena 14 14 0,00%
Parma 16 7 -56,25%
Piacenza 13 9 -30,77%
Ravenna 7 15 114,29%
Reggio Nell’Emilia 15 3  -80,00%
Rimini 3 6 100,00%
Emilia Romagna 110 88 -12,00%

 

Tabella B1.2 – Denunce d’infortunio per luogo di accadimento – Emilia Romagna (Dati INAIL)
Luogo di accadimento Gennaio-Dicembre2021 Gennaio-Dicembre2022 Variazione percentuale
Bologna 16.802 18.288   8,84%
Ferrara 4.215 5.112   21,28%
Forlì-Cesena 6.859   7.063   2,97%
Modena 13.829 15.114   9,29%
Parma 8.091 9.158   13,19%
Piacenza 4.220 4.730   12,09%
Ravenna 6.336   7.012     10,67%
Reggio Nell’Emilia 9.177 9.623   4,86%
Rimini 4.537   5.070     11,75%
Emilia Romagna 74.066   81.170   9,59%

 

Tabella M1.3 – Denunce di malattie professionali per regione. Emilia Romagna (Dati INAIL)
Luogo di accadimento Gennaio-Dicembre2021 Gennaio-Dicembre2022 Variazione percentuale
Bologna 1.180 1.168   -1,02%
Ferrara 198 163    -17,68%
Forlì-Cesena 903   1.073   18,83%
Modena 547 537   -1,83%
Parma 404 457   13,12%
Piacenza 153 189 23,53%
Ravenna 696   511   -26,58%
Reggio Nell’Emilia 1.125 1.167   3,73%
Rimini 372   438     17,74%
Emilia Romagna 5.578   5.703   2,24%

  Gen. Feb. 2022   Gen. Feb 2023    
Infortuni denunciati Di cui mortali Infortuni denunciati Di cui mortali
Bologna 3.086 1 2.441   -20,90%
Ferrara 1.093 2 635   -42%
Forlì-Cesena 992 2 997   0,50%
Modena 2.303 1 2.337 1 1,48%
Parma 1.385 1 1.208 1 -12,78%
Piacenza 741   675 2 -8,91%
Ravenna 1.114 1 965 2 -13,38%
Reggio nell’Emilia 1.346 1 1.319 1 -2,01%
Rimini 637 2 664 1 4,24%
Emilia-Romagna 12.697 11 11.241 8   -27.27%