«A Ravenna il vero problema non sono i botti di Capodanno, ma la credibilità delle istituzioni e il modo in cui l’amministrazione tratta i cittadini». È la posizione espressa da Nicola Grandi, esponente di Fratelli d’Italia, che interviene sulla recente ordinanza comunale contro i fuochi d’artificio, evidenziando quella che definisce una profonda incoerenza politica.
Grandi ricorda come solo un anno fa il vicesindaco Eugenio Fusignani avesse sostenuto con fermezza l’inutilità e l’illegittimità delle ordinanze contro i botti, definendole provvedimenti simbolici, inefficaci e persino controproducenti. «Secondo quella narrazione – sottolinea – il problema non era normativo ma culturale: educazione, civiltà e buon senso, non divieti».
Oggi, invece, la linea dell’amministrazione appare completamente ribaltata. L’ordinanza esiste, è dettagliata e motivata con richiami a norme nazionali, direttive europee, sicurezza pubblica, tutela degli animali, decoro urbano e persino alla salvaguardia dei siti UNESCO. «Tutto ciò che ieri veniva liquidato come “provvedimento di facciata” – afferma Grandi – oggi diventa improvvisamente necessario e responsabile».
Per l’esponente di FdI non si tratta di una semplice evoluzione di pensiero, ma di una vera e propria smentita, mai esplicitata. «Le norme c’erano anche nel 2024, così come i problemi di sicurezza, gli incidenti, il disturbo agli animali e il tema del decoro urbano. Perché allora si diceva che un’ordinanza fosse inutile e oggi si sostiene l’opposto?», si chiede, parlando di un «corto circuito istituzionale».
A rendere il provvedimento ulteriormente criticabile, secondo Grandi, è anche la tempistica: l’ordinanza è stata comunicata a ridosso della sua entrata in vigore. «Come si può pretendere il rispetto delle regole se non c’è il tempo materiale per conoscerle e adeguarsi? Un’ordinanza efficace richiede informazione preventiva, comunicazione e gradualità», osserva.
Grandi chiarisce che il merito del provvedimento non è in discussione: «La tutela degli animali, la sicurezza delle persone e la riduzione degli incidenti sono obiettivi condivisibili e sacrosanti. Proprio per questo, in passato, associazioni e consiglieri di opposizione – compreso il sottoscritto – avevano chiesto simili interventi, venendo però messi a tacere».
Il problema, conclude, è il metodo: «Le regole non possono cambiare radicalmente da un anno all’altro senza spiegazioni, senza memoria e senza coerenza. Questo modo di amministrare non educa al rispetto, lo indebolisce. Il problema non sono i botti di Capodanno, ma un’amministrazione che sembra dimenticare troppo in fretta ciò che ha detto e fatto».


























































