Ci è stata trasmessa in forma scritta una serie di lagnanze da parte di albergatori e turisti di Lido di Savio, a seguito anche del “non buon periodo di presenze, specialmente a giugno”. Le esponiamo di seguito.

  1. Il problema sollevato con più evidenza è quello “dell’’accoglienza dei cani in spiaggia, dove neanche presi e tenuti in braccio questi possono entrare”. La norma è della Regione Emilia-Romagna, che ha disposto su tutte le spiagge dei Comuni rivieraschi, dal 13 aprile al 28 ottobre, il divieto di condurvi o farvi permanere qualsiasi tipo di animale, anche se munito di museruola e guinzaglio, esclusi solamente i cani di salvataggio e di guida per i non vedenti. Lido di Savio, preoccupata che “i turisti con a seguito gli animali, sempre più presenti, possano andare in altre località”, chiede di “trovare una via di mezzo”, punendo più severamente chi sbaglia , ma introducendo disposizioni meno drastiche. Richiama al riguardo l’ordinanza del Comune di Rimini di fine maggio scorso, formulata d’intesa con l’’AUSL locale, alla quale rinvio. Il problema è stato segnalato più volte da Lista per Ravenna, in particolare per Lido di Dante, che lo soffre acutamente, ma non solo. Con un’interrogazione al sindaco dell’aprile scorso, che non ha avuto ancora risposta, abbiamo preso ad esempio un’iniziativa del Comune di Cervia analoga a quella attuale di Rimini; chiedendo di valutarne la fattibilità per ciascuna località balneare del Comune di Ravenna congiuntamente ai Consigli territoriali e alle singole Pro loco o Comitati cittadini interessati.
  2. “Dall’’altra parte non si vedono investimenti nel paese, anche a seguito del gettito della tassa di soggiorno recuperata in maggior parte a Lido di Savio”. Fu proprio dell’’albergatore referente di Federalberghi a Lido di Savio la seguente testimonianza: “Dopo la campagna elettorale del 2016, il candidato sindaco De Pascale mi disse e promise che avrebbe investito le risorse della tassa di soggiorno nei lidi dove era stata raccolta”. Ed è stata Lista per Ravenna a denunciare pubblicamente, alla fine dell’anno scorso, che “il 2017 si chiude con 1,8 milioni di incasso da tale tassa senza che un centesimo abbia preso la sacrosanta destinazione”.
  3. Ci sono poi problemi di incuria ambientale, quali: la mancata pulizia della base delle piante lungo il viale principale; le precarie condizioni dei contenitori dei rifiuti, ma anche delle panchine che sono state soggette  all’alluvione del 2015; il continuo debordo di materiale all’esterno dei cassonetti dell’’immondizia che può anche produrre la presenza di animali.