“Hanno fatto irruzione nella campagna elettorale per le elezioni comunali del prossimo maggio gli pseudo ambientalisti dell’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Avendo sostenuto la lista PD di de Pascale nelle elezioni regionali, saliti subito dopo sul carro del segretario ravennate del PD Barattoni, controfigura di de Pascale, ritenuto vincitore del posto da sindaco per il periodo 2025-2030, litigano già col PRI per ottenere il vicesindaco, col relativo stipendio mensile da 8 mila 280 euro mensili. De Pascale ha già premiato l’AVS, nominando come assessore regionale (quasi 10 mila euro mensili) il ravennate Giovanni Paglia, vicepresidente nazionale di Sinistra Italiana, ex Rifondazione comunista.
Per Ravenna potrebbero aver fatto i conti senza l’oste, ma intanto, da buona lista Cocomero, verde fuori e rossa dentro, AVS ha partecipato al presidio ambientalista di ieri a Marina di Ravenna contro il rigassificatore in arrivo, che il PD ravennate ha voluto fermamente senza neppure preoccuparsi della sua breve distanza dalla spiaggia (8,5 chilometri) e del suo impatto rovinoso sulla vicinissima località di Punta Marina Terme, decisione contro cui solo Lista per Ravenna ha combattuto in Consiglio comunale, astenendosi poi sul voto, tutti gli altri favorevoli, Sinistra Italiana e Verdi muti. Questi che cosa propongono, ora che sono nella stanza dei bottoni, dopo essere stato accertato che sta posando i tubi di collegamento tra il nostro mare e la nostra terra una nave la cui proprietà coinvolge due imprenditori russi soci di un oligarca russo molto vicino a Putin, col rischio di qualche “operazione speciale” tipo Ucraina nel litorale ravennate? E dov’erano quando il sottoscritto pubblicò, sul secondo rigassificatore ipotizzato per Ravenna, la dichiarazione di Stefano Bonaccini, Commissario del Governo per la rigassificazione in Emilia-Romagna, ora presidente del PD: “Se la Toscana non lo vuole lo prendiamo a Ravenna, senza problemi, assieme all’altro”, su cui Lista per Ravenna diede poi battaglia a lungo perché uno era anche troppo?
Che dire poi se solo ora Alleanza Verdi e Sinistra, per bocca di Paglia, dichiarano stop alla piattaforma Angela Angelina che estrae metano a brevissima distanza dalla costa di Lido di Dante, largamente responsabile, come Lista per Ravenna denuncia da 15 anni, di uno sprofondamento del suolo che solo tra il 1984 e il 2011 abbassò di 45 centimetri Lido di Dante, da allora continuando incessantemente a quasi 2 centimetri l’anno? Il 6 luglio 2017, la stampa ravennate annunciò trionfalmente una “risposta positiva sulla chiusura anticipata di Angela Angelina” in virtù del fatto che “l’amministratore delegato di Eni ha assecondato le richieste del sindaco di Ravenna de Pascale”, molto compiaciuto. Benché la concessione per lo sfruttamento di questo impianto scada ormai nel 2027, niente ancora si è neppure manifestato al riguardo. Il tradimento di quell’impegno, a favore dello sfruttamento fossile, ha intensificato rovinosamente lo sprofondamento di Lido di Dante esteso fino a foce Bevano. Da quest’anno, nonostante le piogge non troppo abbondanti, molte zone di questo territorio sono perennemente allagate, tanto che non tutti i sentieri sono più agevolmente praticabili, e la “Duna costiera ravennate”, erosa progressivamente da Lido di Dante fino al torrente Bevano, è ora completamente priva del fronte mare. Una volta scomparsa, anche la pineta Ramazzotti è destinata a sparire. L’estratto della carta della subsidenza qui sopra riprodotto dimostra chiaramente, col colore rosso, come il maggiore sprofondamento annuale comprenda interamente il territorio di Lido di Dante.
Per il vero, tra i cocomeri verdi fuori e rossi dentro vanno compresi anche i Cinque Stelle, ormai totalmente a libro paga del PD regionale e ravennate. Vederli sfilare coi Verdi e Sinistra Italiana sotto bandiere ecologistiche fa male agli occhi e al cuore.”

























































