Oggi compie un triste compleanno il crollo della diga di San Bartolo sul fiume Ronco che, oltre a produrre il danno gravissimo del blocco della statale Ravegnana da Ravenna a Longana, ha visto cadere sul campo, nell’esercizio del dovere, l’ingegner Danilo Zavatta, in memoria del quale rivolgo una prece.

L’avvenuta riapertura del traffico tra Ravenna e Forlì il 23 agosto ha fatto sì che siano stati “solo” dieci (così è stato festeggiata) i mesi delle sofferenze procurate a chi, abitando o lavorando vicino al posto e nei paesi a lato della Ravegnana, ha potuto esercitare il proprio diritto alla mobilità stradale solo su più lunghi stradelli di campagna o argini fluviali sconnessi e/o perigliosi. Non ha però evitato che trascorressero altri 68 giorni perché il Comune di Ravenna facesse e neppure impostasse (se no avrei dovuto ricevere risposta alle ripetute richieste di informazione) l’atto necessario per rimborsare dei danni subìti, come deliberato 224 giorni prima, questi suoi incolpevoli, quanto sfortunati cittadini. Che saranno pochi e gratificati di una piccola mancia, come risulta dallo scontro tra le due opposte posizioni discusse il 20 marzo in Consiglio comunale.

LISTA PER RAVENNA CONTRO PD & C.
La prima, di Lista per Ravenna, condivisa da Lega Nord e Forza Italia, rivolgeva alla Giunta comunale i seguenti indirizzi:

  • “il beneficio in questione si applichi a tutte le imprese attive nelle aree frazionali di San Pietro in Vincoli, Roncalceci e Ravenna Sud (San Marco e San Bartolo, in particolare) danneggiate dalla chiusura della statale Ravegnana, nonché ai cittadini residenti o attivi in tali aree frazionali, i cui danni siano conseguenti ad esigenze lavorative o familiari opportunamente attestate;
  • stabilire dei parametri oggettivi per definire la somma da corrispondere, sotto forma di libero contributo, alle imprese e ai cittadini che ne facciano richiesta (per esempio pari alla TARI e/o alla maggiorazione IRPEF versate al Comune per il 2018; o comunque altri parametri non riferibili a versamenti tributari);
  • proporre al Consiglio una congrua variazione alla spesa corrente del bilancio di previsione 2019, pari originariamente a 188,78 milioni di euro, al fine di dare copertura al provvedimento stesso nella misura indicativamente pari a 200/300 mila euro;
  • indi emettere un avviso pubblico per promuovere le richieste di usufruire di detto beneficio, adeguatamente documentate o attestate in relazione ai requisiti di partecipazione opportunamente fissati”.

Bocciando questa proposta, il PD e i suoi alleati di maggioranza hanno invece approvato quanto segue:

  • “esenzione, rapportata al periodo di chiusura del traffico, dal pagamento dell’imposta sulla pubblicità, della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e della tassa rifiuti Tari, a favore degli esercizi commerciali, artigianali, pubblici esercizi, turistici e ricettivi, ubicati nell’area preclusa al traffico in conseguenza della chiusura della strada statale 67 tosco-romagnola dal km 209+150 al km 213+511 da incrocio con la strada provinciale 45 Godo-San Marco a intersezione con la rotatoria statale 16;
  • alla Giunta è demandata, al verificarsi delle condizioni temporali previste dalla legge 549/95, ossia della chiusura al traffico per oltre sei mesi, l’individuazione dell’esatto perimetro di esenzione, il periodo di esenzione e le modalità di applicazione della misura agevolativa”.

L’obbligo di provvedere in tal senso è scaduto da altri sei mesi. Restiamo dunque in attesa di conoscere quanti saranno i beneficiati delle modeste esenzioni dal pagamento delle tasse comunali indicate ed entro quali limiti di territorio. Verificheremo allora che le carte non siano truccate rispetto alla legge che la Giunta stessa ha voluto applicare, senza esservi obbligata, bocciando la proposta, perfettamente agibile, di Lista per Ravenna

Si sconsiglia però ai cittadini di adempiere ai loro obblighi finanziari verso il Comune col ritardo anche solo di un giorno, se non pagando multe, sovraccarichi ed interessi. Lor signori non sanno neppure cosa siano i propri impegni.