“Tutti i sei sindacati dei trasporti e le Rappresentanze Unitarie Sindacali operanti nel bacino di Ravenna avevano già dichiarato, il 17 giugno scorso, il loro stato di agitazione verso Start Romagna. Il 25 giugno, avendo ritenuto insufficienti le risposte ricevute dall’azienda sulle criticità sollevate, hanno dichiarato al Prefetto, a Start Romagna, all’Azienda Mobilità Romagna (AMR), al Comune di Ravenna, alla commissione nazionale di Garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero e all’osservatorio sindacale nazionale sui Conflitti, di ritenere “conclusa con esito negativo la prima fase delle procedure di raffreddamento”, richiedendo perciò l’attivazione della seconda fase. Il 28 giugno, hanno inoltre esposto alla sede di Ravenna del Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’AUSL Romagna, una serie di contestazioni, nei confronti di Start, chiedendo un “intervento al fine di valutare l’eventuale violazione delle vigenti normative, a tutela del lavoratore/conducente”.

I sindacati lamentano soprattutto di aver rivolto da mesi a Start segnalazioni su diverse tratte di alcune linee urbane di Ravenna, le quali, “percorse con autobus di 12 metri, risultano transitabili solo contromano, anche in prossimità di intersezioni e curve, costringendo i lavoratori/conducenti a manovre contrarie ai principi di sicurezza per il viaggio, i passeggeri trasportati e gli utenti della strada”. Il problema si è posto, drammaticamente, da quando autobus da 8 metri, che avevano problemi alle ruote, sono stati sostituiti da altri di 12 metri, che devono viaggiare contromano in via dei Poggi e in via Foglia, sulla linea 1, e in via Piceno sulla linea 1B, a causa dei veicoli parcheggiati, nonché tra via dell’Agricoltura e le case INA di via Sant’Alberto sulla linea 5, per via di un cantiere stradale; svoltando a destra da via Romolo Ricci in via Bastione, sulla linea 3, invadono invece la corsia opposta.

L’azienda scarica questi problemi sugli autisti incolpevoli, giacché – obiettano i sindacati – “è obbligo del datore di lavoro valutare tutti i rischi, inclusi quelli derivanti dall’uso di attrezzature inadeguate alle condizioni operative e del tracciato”. Sebbene l’art. 2054 del codice civile stabilisca che “il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno”, non è dunque ammissibile, secondo i sindacati, attribuire nessuna responsabilità al lavoratore/conducente, nel caso in cui il danno sia causato da attrezzatura inidonea fornita dal datore di lavoro”.

Al gravi ordinari dissesti e disfunzioni del servizio bus pubblico erogato da Start Romagna specialmente nel bacino ravennate, si è aggiunta dunque l’assurda vicenda di autobus che viaggiano contromano o invadono la corsia stradale opposta all’interno della città di Ravenna, senza che la giunta Barattoni mostri nemmeno di saperlo. Eppure, tutti i sindacati del settore trasporti (CGIL, CISL, UIL, UGL, CISAL e USL) hanno già attivato la seconda fase propedeutica alla dichiarazione di sciopero verso Start Romagna, denunciando “ancora una volta un atteggiamento di evidente sottovalutazione delle problematiche legate alla sicurezza, sia del personale dipendente che dell’utenza, da parte aziendale”. Eppure, Start Romagna è amministrata di fatto da Comuni governati da sindaci PD, tra cui il nostro, tramite Ravenna Holding, rappresenta, col 24,51%, la parte maggiore del capitale sociale; ed è stato appena designato nuovo presidente di Start Romagna il ravennate Andrea Corsini, già assessore PD del Comune di Ravenna e da ultimo della Regione Emilia-Romagna.

Si giustifica pertanto che se ne parli almeno in Consiglio comunale, come intendo fare chiedendo al sindaco, con un’ interrogazione, quali azioni intende compiere perché vengano immediatamente superate le cause gravissime di questa vertenza.”