La Caritas della diocesi di Faenza-Modigliana ha fatto ripartire il proprio servizio di accoglienza dedicato alle donne svantaggiate. L’associazione lo ha reso noto attraverso un comunicato stampa pubblicato sul proprio sito. Nel comunicato si legge che:

“A partire dal 16 aprile il progetto di servizio civile “Volti di donne-Faenza” della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana è stato riattivato, con grande piacere da parte delle due operatrici volontarie, Emma e Desara, che avevano già manifestato il proprio interesse a rientrare in servizio. Purtroppo la loro sede di servizio, normalmente dedicata all’accoglienza femminile di donne svantaggiate, non è al momento disponibile perché si è reso necessario ospitarvi due uomini senza fissa dimora. Le due ragazze quindi si impegnano in parte presso il Centro di Ascolto diocesano e in parte in attività da remoto, utili al supporto degli operatori impegnati nell’aiuto ai destinatari e alla comunicazione tramite i canali online della Caritas. Come dice Desara: “Svolgere l’attività di Servizio Civile in questo periodo è cambiato in quanto non possiamo riprendere come l’avevamo lasciato, perché le esigenze sono cambiate. Infatti sto svolgendo più attività da remoto, anche se per 2 volte alla settimana faccio servizio anche in sede: un giorno per la mensa e un altro giorno all’accoglienza. All’inizio svolgere l’attività da remoto mi piaceva perché ho pensato che finalmente potevo riprendere a “lavorare”, a rendermi utile in qualche modo, ma poi mi sono resa conto che fare le cose da casa non è poi tanto piacevole come svolgere le attività in sede, in quanto là sei in contatto con altre persone, ti puoi confrontare e vivi in pieno l’esperienza. Però capisco anche il fatto che questo viene fatto per tutelarci e quindi bisogna fare un po’ come ci riesce meglio.”

Vi è stata la richiesta da parte di altri due enti di servizio civile, l’Associazione Papa Giovanni XXIII e l’Unione della Romagna Faentina, di accogliere presso la sede del Centro di Ascolto anche altri tre ragazzi (Nicola, Davide e Francesko) ed una ragazza (Alessandra). È stata questa una bella occasione di collaborazione tra enti diversi e di creazione per i giovani di “strade” nuove, ulteriori opportunità per sperimentarsi e per conoscere altre realtà del territorio. Presso il Centro di Ascolto i sei giovani si occupano dello stoccaggio degli alimenti e distribuzione di beni alimentari a famiglie in difficoltà, di distribuzione di pasti take-away ai senza fissa dimora, di rifornimento dei pasti presso una Parrocchia in cui persone senza fissa dimora risiedono in orario diurno e visita a chi è momentaneamente accolto in strutture esterne, di attività a supporto del servizio docce, del servizio di accoglienza e informazioni al telefono, di semplici commissioni, etc. Quindi ogni giorno e ogni settimana le mansioni variano, ma il comune denominatore rimane sempre l’aiuto agli ultimi. Con le parole di Alessandra: “Tutto incomincia quando si pensa al fatto che molte persone, in particolar modo miei coetanei, pensano che le cose fondamentali per vivere serenamente siano altre: l’ultimo modello del cellullare, i vestiti all’ultima moda, le cene fuori con gli amici… Quando ci si ritrova a lavorare per delle persone che fondamentalmente non hanno niente, ci si rende conto di quanto si è fortunati e di quali siano i veri valori della vita. Lavorando alla Caritas, mi si sono aperti gli occhi.”

Infine, la nostra Caritas crede molto nell’importanza della formazione e quindi il primo giorno è stata offerta a tutti da parte di un medico un incontro a distanza sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali e i corretti comportamenti da tenere. Inoltre, è stata promossa la loro partecipazione ad una formazione a distanza a cura della Caritas di Trieste”.