Pini di Lido di Savio: il Tribunale di Ravenna si è pronunciato tramite un’ordinanza sul ricorso d’urgenza presentato da un gruppo di cittadini “per danno alla salute conseguente l’abbattimento di 50 alberi sanissimi di oltre 50 anni di viale Romagna a Lido di Savio”.
L’abbattimento è dovuto ai lavori del Parco Marittimo, promosso dal Comune di Ravenna con fondi PNRR. Il ricorso era stato sottoscritto da 71 cittadini e dalle associazioni Italia Nostra e WWF Ravenna e presentato dall’avvocata Virginia Cuffaro, che in passato aveva supportato con esito invece positivo un’analoga mobilitazione per salvare le alberate di corso Belgio a Torino.
Alla Vigilia di Natale, con scadenza per presentare un eventuale reclamo fissata all’8 gennaio, è arrivata la decisione del tribunale, che si è definito “non idoneo” a giudicare la questione, dando quindi il via libera agli abbattimenti. Ora sarà il Comune di Ravenna a decidere se procedere con il progetto o a cambiare programma.
La decisione del tribunale viene ora criticata dai sottoscrittori dell’appello. Secondo i cittadini, nell’ordinanza, la giudice del Tribunale di Ravenna “non menziona minimamente il fatto che si tratti di alberi adulti sani e che la perdita dei servizi ecosistemici dovuta all’abbattimento sarebbe rilevantissima, comportando un danno anche alla salute e al benessere dei residenti, dei proprietari di seconde case, dei turisti e degli operatori commerciali di Lido di Savio. Le relazioni sugli alberi e sui danni quantificati alla salute prodotte da esperti del massimo livello in Italia (Gian Pietro Cantiani, Daniele Zanzi e altri) non sono state, di fatto, prese in considerazione dalla Giudice, che ha deciso di glissare su questi aspetti ma ha invece accolto pienamente le tesi del Comune di Ravenna, ovvero che la sede giurisdizionale presso cui si sono rivolti i cittadini non fosse quella idonea. Altrove, invece, come ad esempio a Torino e a Piacenza, per procedimenti analoghi, non è stato così, e si è seguito il filone tracciato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, come puntualmente ricordato alla Giudice dall’avvocata Cuffaro anche durante l’udienza di presentazione del Ricorso, il 27 novembre”.
Oltre al ricorso, era stata avviata una raccolta firme, che aveva ottenuto l’appoggio di 3 mila persone.
Il tribunale ha inoltre condannato i cittadini a pagare le spese legali: 3000 euro interamente a carico dei ricorrenti. “Lo sgomento è grande” hanno commentato i ricorrenti.