Il ruolo dello psicologo all’interno dei servizi dedicati alla psichiatria è stato il fulcro della visita conoscitiva della presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, Luana Valletta, alle strutture del Consorzio Solco Ravenna e delle cooperative associate.
La visita ha coinvolto diverse realtà del territorio di Ravenna e provincia, tra cui le cooperative Laura, La Pieve, LibrAzione e Progetto Crescita, permettendo un confronto diretto con professionisti, tirocinanti e persone inserite nei percorsi di cura e di accompagnamento.
“Con Solco stiamo lavorando molto sul tema della psichiatria allargando orizzonti e campi di intervento – sottolinea Stefano Rambelli, responsabile Connessioni, Ricerca e Sviluppo dell’Area Psichiatria del Consorzio Solco Ravenna -. Speriamo che da questa visita possa nascere un confronto aperto con l’Ordine degli Psicologi e possibili nuove forme di collaborazione nelle varie tipologie di intervento e, soprattutto, per la valorizzazione del ruolo dello psicologo nelle strutture che si occupano di salute mentale”.
Un confronto che, per l’Ordine, non può prescindere dal riconoscimento pieno della professionalità delle psicologhe e degli psicologi all’interno dei servizi di salute mentale.
“Visitare queste realtà è stato estremamente significativo – dichiara la Presidente OPER Luana Valletta -. Ho incontrato colleghe e colleghi, tirocinanti e persone che, grazie a questi servizi, stanno seguendo percorsi di cura e di vita preziosi. C’è una grande ricchezza di esperienze, competenze e buone pratiche, ma spesso distribuite in modo frammentato”.
Una ricchezza che, secondo l’Ordine, va sostenuta anche attraverso un riconoscimento strutturale del ruolo dello psicologo all’interno di queste realtà.
“La valorizzazione del lavoro psicologico non può essere solo informale o affidata alla buona volontà dei singoli enti – prosegue Valletta. È necessario che il ruolo dello psicologo sia previsto in modo chiaro e strutturato nelle strutture che si occupano di salute mentale, con un riconoscimento coerente delle competenze e della formazione, anche sul piano contrattuale. Chiedere agli psicologi di rientrare in altri profili professionali per poter operare nei servizi è una contraddizione che va superata, se vogliamo davvero rafforzare la qualità degli interventi”.
“Fare rete e costruire spazi di confronto tra le diverse realtà coinvolte è fondamentale – conclude -, animati dalla convinzione che il dialogo tra Istituzioni, Enti gestori e professionisti sia una condizione imprescindibile per lo sviluppo di servizi di salute mentale sempre più efficaci, integrati e rispettosi delle competenze dei professionisti che vi operano”.
























































