Il provvedimento è stato preso alla fine di agosto. I lavoratori che hanno subito come sanzione disciplinare 1 giorno di sospensione avevano regolarmente informato i loro diretti responsabili che si sarebbero recati a fare la donazione, previo appuntamento, presso l’AVIS, con quattro giorni di preavviso.

Il giorno prima della data della donazione l’azienda chiedeva ai lavoratori di poter spostare l’appuntamento, contravvenendo alle disposizioni normative in materia che non prevedono che il datore di lavoro possa rifiutare il permesso adducendo esigenze organizzative e produttive.

Ancora una volta ci troviamo alle prese con un’azienda che si dichiara attenta all’esigenze del sociale solo a parole, ma nei fatti sanziona un lavoratore che dedica il proprio tempo alle esigenze per la salute dei più bisognosi, oltretutto in un periodo, quello estivo, in cui l’associazionismo sanitario chiede maggiore disponibilità.

Non siamo assolutamente stupiti da simili comportamenti in quanto siamo consapevoli del fatto che la tutela della salute nei luoghi di lavoro e in generale viene considerata da molte aziende come un semplice costo da sacrificare sull’altare della competitività e del profitto.

Nel ribadire che saremo impegnati fino in fondo nella tutela di questi lavoratori in tutte le sedi competenti, denunciamo ancora una volta il carattere vessatorio e persecutorio da parte di Marcegaglia nel ricorso all’aspetto sanzionatorio nei confronti dei lavoratori che, anche grazie al ruolo che viene assegnato a zelanti responsabili nelle linee di produzione, contribuiscono a creare un clima invivibile da caserma all’interno dello stabilimento e contro cui continueremo a lottare.