I sindaci dei nove Comuni dell’Unione della Bassa Romagna hanno inviato una lettera, la seconda in poche settimane, al commissario straordinario per la ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo e al sub-commissario e presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, per sollecitare nuovi aiuti in merito alle maggiori criticità ancora in essere, a oltre tre mesi dall’alluvione.

La lettera, inviata in vista del tavolo tecnico del 24 agosto e dei successivi incontri in programma, si concentra in particolare sui risarcimenti per famiglie e imprese: «Servono misure integrative a quelle già messe in campo, risorse ulteriori da distribuire con modalità chiare e semplici e in tempi congrui alla tipologia di intervento – si legge nel testo -. Il termine fissato a fine ottobre per la rendicontazione del contributo di immediato sostegno, per esempio, risulta non adeguato in ragione dell’impossibilità per molte famiglie di completare i lavori di ripristino e di pagarli entro la scadenza fissata. Il clima di incertezza che accompagna la fase post emergenziale acuisce l’esasperazione di famiglie e aziende che non hanno prospettive certe sulla ripartenza. Il danno economico si somma al danno morale e trasforma la resilienza e lo spirito di comunità che ha caratterizzato le prime settimane dopo l’alluvione, in rabbia e pressione sociale». Da non dimenticare peraltro che criticità simili si pongono anche in relazione al tornado del 22 luglio scorso, il quale ha determinato a propria volta gravi danni sugli abitati di Alfonsine e Voltana. Al riguardo nessun riscontro è pervenuto da parte dell’Esecutivo nazionale.

Viene richiesto, inoltre, che venga definito il quadro normativo per consentire l’esenzione totale dal pagamento delle utenze per i mesi di non usufrutto delle proprie abitazioni e/o imprese.

Per quanto riguarda le perizie, i Sindaci sottoscrivono quanto già espresso dagli Ordini e collegi professionali della provincia di Ravenna in una propria comunicazione alla struttura commissariale, nella quale viene evidenziata «la necessità di individuare al più presto le modalità e i parametri necessari per la compilazione delle perizie asseverate, concordando uno schema peritale che agevoli una snella redazione delle valutazioni economiche dei danni, con parametri di veloce comprensione e inserimento, e al contempo di altrettanto semplice verifica da parte delle amministrazioni pubbliche. Ciò «a salvaguardia anche di eventuali speculazioni che si dovessero insinuare a scapito dell’integrità professionale e dell’onore che da sempre contraddistingue i professionisti che collaborano, tra l’altro, fattivamente da settimane con le nostre amministrazioni per la gestione delle prime pratiche di rimborso ai cittadini».

Anche per il patrimonio pubblico non mancano le criticità: «I nostri Comuni hanno anticipato le spese di somma urgenza e hanno subito essi stessi danni al patrimonio che sono stati censiti, come da indicazioni ricevute dall’Agenzia regionale di Protezione civile, ma per i quali non si è ancora ricevuto alcun riscontro – scrivono i sindaci -. Abbiamo ricevuto molteplici attestazioni di solidarietà da parte di fondazioni e privati che ci permetteranno di ricostruire i luoghi simbolo delle nostre comunità: scuole, teatri, parchi gioco. Ma abbiamo uffici, piazze, strade, infrastrutture che necessitano di interventi di ripristino e riparazione per i quali non abbiamo ulteriori fondi da destinare e non conosciamo le eventuali modalità di sostegno alla ricostruzione da parte della struttura commissariale».

Inoltre, sempre sul fronte della pubblica amministrazione, nella lettera viene ribadito come il personale degli enti comunali non sia sufficiente a sopperire alla mole di attività integrative determinate dalle procedure di rimborso, ricognizione danni e ricostruzione.

La lettera si conclude con due appelli accorati che riguardano due tematiche fondamentali per la ricostruzione: lo smaltimento dei fanghi alluvionali, e, laddove presenti, anche dei depositi abusivi di rifiuti, ripristinando il decoro, l’igiene e la funzionalità originaria dei luoghi pubblici e privati; e infine il tema più importante, la previsione di un piano concreto di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio: «Vediamo i cantieri e le attività di manutenzione di argini e fiumi procedere attorno a noi, ma noi sindaci per primi non abbiamo gli elementi per rispondere con certezza alle domande che i nostri cittadini ci pongono quotidianamente – è scritto nella lettera -: quali sono i piani per la sicurezza idraulica di medio periodo? È stata avviata la verifica strutturale e la riprogettazione, laddove necessaria, di infrastrutture come per esempio i ponti ferroviari? Quali opere saranno avviate per la sicurezza delle comunità che vivono in questi territori? Come sindaci e come Amministrazioni abbiamo bisogno di risposte e siamo disponibili a fare tutto quanto è nei nostri poteri e nelle nostre competenze per garantire a chi qui vive, lavora, studia la possibilità di ripartire con dignità e serenità. Ma è evidente che il piano su cui lavorare per ottenere tutto questo è più grande di noi. Siamo disponibili al confronto e ci mettiamo a totale disposizione affinché arrivino al più presto risposte, azioni e soluzioni».