È in programma sabato 22 novembre, con partenza dalla stazione ferroviaria, una manifestazione indetta dal neonato Comitato Remigrazione e Riconquista, movimento di estrema destra, nato come iniziativa congiunta di CasaPound, Rete dei Patrioti, Veneto Fronte Skinheads e Brescia ai Bresciani .

La manifestazione è legata al tema della sicurezza in città ed è stata indetta dopo la seconda aggressione subita dal figlio di Francesco Patrizi.

Contro la manifestazione, si stanno susseguendo le dichiarazioni di diversi esponenti politici, di centrosinistra, della città. Fra questi anche il segretario comunale del Partito Democratico di Ravenna, Lorenzo Mingotti, che esprime “ferma contrarietà all’arrivo in città di organizzazioni che hanno fatto dell’intolleranza, della propaganda xenofoba e della distorsione della realtà il proprio tratto distintivo.”

“Ravenna non è come la descrivono e rifiuta con forza chi arriva qui per diffondere paura e divisioni. La nostra comunità è molto distante dall’immagine cupa e strumentale che questi gruppi provano a costruire per ottenere visibilità politica. La parola remigrazione non ha nulla a che fare con la sicurezza: è un concetto ideologico che nella retorica dell’estrema destra indica l’espulsione o il rimpatrio forzato di persone considerate “non assimilate” o “non appartenenti” alla comunità nazionale. Una visione inaccettabile, incompatibile con la Costituzione e con i valori democratici, che richiama i peggiori fantasmi del passato e alimenta il conflitto sociale.

Una manifestazione che porta in piazza sigle neofasciste e parole d’ordine incompatibili con i principi costituzionali – aggiunge Margotti – non dovrebbe trovare spazio nella nostra città. Per questo chiediamo alle autorità competenti di valutare attentamente la situazione e di non permettere lo svolgimento di un’iniziativa che rischia solo di produrre tensioni e strumentalizzazioni”.