Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa Emilia-Romagna torna a occuparsi della ricostruzione post alluvione dopo chelo scorso 15 dicembre è stato presentato il Rapporto della Commissione tecnico-scientifica (istituita dalla Giunta regionale con Delibera 984 del 15/06/2023) sugli eventi meteorologici del mese di maggio 2023. La capogruppo Silvia Zamboni ha presentato oggi nell’ambito del question time un’interrogazione in Aula per sollecitare la Giunta ad avvalersi delle competenze degli espertidel Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF) per la pianificazione degli interventi di tutela della qualità e della sicurezza idraulica degli ecosistemi fluviali dell’intero reticolo idrografico regionale, anche al fine di meglio prevenire e gestire in futuro i danni da allagamenti alluvionali.

Dal corposo Rapporto emerge che nel corso dell’alluvione sono esondati contemporaneamente 23 corsi d’acqua, provocando allagamenti in pianura su circa 540 chilometri quadrati di territorio. Quasi 66mila le frane censite.Si è trattato di “un evento senza precedenti nella storia osservata”, scrivono gli esperti, “con tempi di ritorno – una grandezza statistica che esprime la probabilità che un evento accada – in alcuni casi molto superiori ai 500 anni”.

Nella parte conclusiva del Rapporto la Commissione evidenzia che un’opportuna proposta operativa di gestione territoriale debba essere basata sulla combinazione di interventi sia strutturali sia non strutturali di mitigazione del rischio. Tra questi interventi sono citati la necessità di: 1)procedere ad attente verifiche sulla pianificazione del territorio, che vadano ad agire sulla riduzione del consumo di suolo e il ripristino delle aree di pertinenza fluviale; 2) realizzare interventi strutturali indirizzati a restituire maggiore spazio ai fiumi e predisporre nuovi piani di gestione del verde.

Queste propostedi gestione territorialecontenute nel Rapporto dellaCommissione tecnico-scientifica coordinata dal Prof. Brath vanno nella giusta direzione” –dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vicepresidente dell’Assemblea legislativa-. “In questi anni ho presentato diversi atti in Assemblea legislativa per sottolineare l’importante funzione della vegetazione ripariale per consolidare le sponde, contrastandone l’erosione e il franamento, col risultato di ridurre l’impeto della corrente e di mitigare l’effetto delle piene. Una mitigazione che viene a mancare in assenza di vegetazione “stabilizzante” del terreno lungo il fiume o se questa viene eliminata e sostituita da una vegetazione fragile o instabile. A questo proposito, da settimane al Gruppo Europa Verde arrivano dai territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio preoccupanti segnalazioni su abbattimenti indiscriminati di alberi e vegetazione lungo i corsi d’acqua. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra non fare manutenzione e radere la zero le sponde dei corsi d’acqua.

Purtroppo le competenze sulla gestione del reticolo idrografico regionale sono frammentate tra numerosi organismi (Autorità di Bacino, AIPo, Arpae, Consorzi di Bonifica, Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, enti locali), un frazionamento che complica la programmazione coordinata dei lavori di messa in sicurezza idraulica,particolarmente cruciale nella ricostruzione post alluvione. Per questa ragione, ho sollecitato la Giunta ad avvalersi delle competenze professionali degli esperti del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF, un’associazione senza scopo di lucro), anche al fine di meglio prevenire e gestire in futuro i danni da allagamenti alluvionali. La riqualificazione fluviale si basa non solo su interventi strutturali, come ad esempio la rimozione o la modifica di infrastrutture lungo il corso d’acqua, ma richiede anche pianificazione di tipo gestionale, coinvolgendo le parti sociali e i privati.

Nella replica ho espresso soddisfazione per la risposta della Vicepresidente Irene Priolo, che ha confermato il valore degli esperti del CIRF, riconosciuto anche a livello nazionale e internazionale, e la necessità di assumere un approccio innovativo nella gestione degli ecosistemi fluviali. Concludendo la replica non ho potuto non richiamare i punti interrogativi sulla collaborazione con la struttura nazionale presieduta dal Generale Figliuolo per la fase di ricostruzione. Come Europa Verde –conclude la consigliera Zamboni – auspichiamo che anch’essa sia disponibile a finanziare interventi di natura innovativa e non di semplice ripristino di quello che c’era prima”.