Giovedì 25 luglio si riunirà il consiglio comunale di Faenza, l’ultimo consiglio prima della pausa di agosto. All’ordine del giorno diversi punti, il più importante riguarda la stazione dei treni, la discussione del nuovo progetto che la giunta comunale ha presentato alla stampa il 24 settembre 2018. Un ordine del giorno che però sta scontentando sempre più persone, per modalità, tempi e a causa di un progetto mai discusso e che parte dell’arco politico non approva completamente, in particolare L’Altra Faenza, che invita le altre forze consiliari a chiedere un rinvio della discussione in merito alla nuova stazione

Mi sembra di rivivere le esperienza da neolaureato” commenta il capogruppo di L’Altra Faenza Edward Necki “quando, per partecipare ai concorsi pubblici, si monitoravano i giorni più assolati di luglio e agosto ben sapendo che in quei giorni i ministeri e le amministrazioni bandivano concorsi per ridurre al minimo i partecipanti  contando sulla calura e sull’afa estiva.

Infatti, pur riconoscendo l’importanza del progetto stazione, posso rilevare:

– in primo luogo il metodo, i dettagli e le implicazioni del progetto già  previsti e definiti dalla bozza di accordo con le FS, non sono mai stati discussi e valutati  nelle sedi istituzionali, per cui non è possibile aver indetto una commissione urbanistica il 24 luglio per presentarli e poi voler deliberare nel Consiglio del 25 luglio, fra l’altro in assoluto dispregio della volontà della Capigruppo Consiliare che esplicitamente e più volte ha richiesto che le delibere messe in discussione in Consiglio fossero valutate prima della Capigruppo stessa e quindi almeno sette giorni prima del Consiglio per poter permettere un adeguato studio e approfondimento della materia ;

– inoltre, il merito: si sta parlando di un progetto di rigenerazione urbana, che deve necessariamente riprogettare  l’uso e le caratteristiche dell’area, non semplicemente fare un copia-incolla delle previsioni preesistenti, per cui impegnarsi oggi perchè il PUG (per il quale ricordo il Consiglio Comunale ha deciso di avviare un percorso partecipativo) preveda di mantenere le stesse previsioni di volumetrie costruttive del PRG del 1996 (30.000 mc nell’area dell’ex scalo merci e di 10.000 mc nell’area della squadra rialzo) addirittura con edifici di 5 piani di altezza di 15,5 metri, non è assolutamente accettabile;

considero, da ultimo, un errore il fatto che l’Amministrazione abbia proposto alla Regione di non includere alcuni interventi significativi previsti nel progetto di massima, in particolare: la “realizzazione nuova stazione ferroviaria a Nord e allungamento sottopasso fino al nuovo ingresso di stazione”, questo sarebbe un primo intervento importate di “ricucitura” della città; come considero eccessivo che si sia decisa una linea di comunicazione e partecipazione fatta di annunci sulla stampa;

infine, ritengo che una corretta tabella di costi e benefici sarebbe utile per valutare nel suo complesso il progetto.  Per fare solo alcuni esempi: si sacrificherebbe il verde di parte del parco adiacente l’area Italgas per aprire un’uscita su via Gallo Marcucci e parco Malmerendi per una uscita/entrata su via medaglie d’Oro, è proprio necessario sacrificare tutta questa superficie? Si ridurrebbe significativamente il traffico e l’inquinamento relativo su via Laghi? Il verde strettamente necessario sacrificato può essere trasferito in altre aree dell’intervento? Che tipo di destinazione dell’area dell’attuale stazione delle corriere va messo in conto? ecc.

A partire da queste considerazioni, ritengo che non sia possibile deliberare su questa intesa “STRATEGIA DI RIGENERAZIONE URBANA DI FAENZA, INCENTRATA SULL’AREA DELLA STAZIONE FERROVIARIA. INDIRIZZI PER L’ATTUAZIONE, MEDIANTE ACCORDI CON IL GRUPPO FERROVIE DELLO STATO…” nel Consiglio Comunale del 25 e chiedo a tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione, che hanno a cuore il confronto e la partecipazione della cittadinanza, di darsi dei tempi più lunghi per una discussione approfondita su tutte queste materie”.

Alcuni dei dubbi espressi da L’Altra Faenza vengono ripresi anche da Legambiente, non convinta dal sacrificio del verde che il nuovo progetto richiederebbe:

L’analisi della cartografia e la proposta di delibera comunale che il Consiglio voterà giovedì 25 luglio, smontano la pomposa presentazione, in chiave ambientale, del progetto definitivo per la Rigenerazione urbana della zona antistante la stazione ferroviaria.

Il progetto prevede pesanti interventi che contraddicono i principi della rigenerazione:

  • la realizzazione di una nuova strada che, dalla stazione, costeggia la fascia dei binari, “entra” nel parco del Museo di Scienze Naturali, per collegarsi alla bretella a ridosso del sottopasso di via Medaglie d’oro; viene cancellata un’area del parco, abbattendo una decina di alberi, tra i quali un grande pioppo bianco, alto una trentina di metri.
  • un’altra strada nuova, che collega questo asse lungo i binari con via Gallo Marcucci, passa a ridosso della scuola materna “Giardino dei sogni”, sostituendo l’attuale fascia verde con l’asfalto e un carico di traffico.
  • la costruzione di cinque condomini, nell’ex scalo merci che vanno ad intasare una zona residenziale già molto densa, oltre ad interferire con la capacità del nuovo parcheggio pubblico, realizzato proprio di fronte ai nuovi palazzi.

Sono interventi che consumano aree verdi esistenti, producono congestione e traffico.

Il nesso con la rigenerazione urbana, che prevede riuso e valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale esistente per migliorare la vivibilità di spazi collettivi, interventi su criticità ambientali  per un sistema urbano resiliente ai cambiamenti climatici, appare un mistero.

Peraltro, la proposta di delibera di Consiglio Comunale precisa i contenuti della prima fase di interventi, come la stazione delle corriere e il nuovo parcheggio pubblico, ma esclude i principali interventi di mobilità sostenibile, come il prolungamento del sottopasso della stazione fino a via Filanda Nuova e il cosiddetto parco urbano con piazzetta e parcheggi bici.

Ma lo stesso atto però garantisce la conferma della edificabilità di ben 40 mila metri cubi, che, anche se prevista dal PRG del 1996, nell’attuale scenario urbanistico ed ambientale risulta in evidente contrasto con l’esigenza di una mobilità sostenibile e con la riduzione del consumo di suolo.

Le critiche al progetto non impediscono però di sostenere, nell’ambito della riqualificazione della stazione ferroviaria, quegli interventi realmente sostenibili, utili a migliorare vivibilità e qualità urbana”.