A due giorni di distanza dalla notizia apparsa sugli organi d’informazione locale, in merito all’eredità di Vanda Berasi, detta “MUKY”, Area Liberale vuole fare chiarezza sulla questione e lo fa con le parole del Consigliere Comunale Gabriele Padovani.

“Ogni individuo è certamente libero di lasciare in eredità a chi crede i propri beni personali ma, in questo caso, la questione è decisamente più complessa perché la devoluzione al Comune di Faenza di una quota ereditaria è strettamente connessa alla realizzazione, da parte del beneficiario, di opere onerose quali la realizzazione e manutenzione del centro internazionale artistico e culturale da intitolarsi alla defunta con il nome di “CASA DELL’ARTE MUKY E MATTEUCCI.

MUKY, oltre ad essere un’artista di fama internazionale, era anche un’ottima economista: nel primo testamento, con estrema lungimiranza, aveva infatti disposto in favore dell’Ente, oltre al lascito di una pluralità di immobili, anche un importante lascito di denaro sotto forma di conti correnti bancari affinché i vincoli dipendenti e conseguenti l’eventuale accettazione dell’eredità da parte del Comune di Faenza gravassero il meno possibile sulle casse dell’Ente. 

Dal 2018 e sino al suo decesso, le disposizioni testamentarie sono però state modificate per ben sei volte, delle quali tre negli ultimi quattro mesi di vita: tutto assolutamente lecito  – ci tiene a ribadire il Consigliere Padovani – ma – prosegue – è doveroso evidenziare che i cambiamenti testamentari sono andati progressivamente a ledere quella quota devoluta al Comune e che l’Ente avrebbe potuto utilizzare proprio per dare seguito alle ultime volontà dell’artista. 

Il rischio è dunque che oggi l’amministrazione Comunale debba sostenere costi eccessivi per la realizzazione di quei progetti, con un conseguente aggravio sul Bilancio di spesa. Onorare la memoria di un’artista come MUKY è doveroso, ma è altrettanto necessario considerare che in un periodo di forte criticità, come quello che stiamo attraversando, sarebbe complicato chiedere ai cittadini ulteriori sacrifici.

Un testamento modificato per ben sei volte ci impone alcune riflessioni, specie se sono le casse comunali che potrebbero subirne le conseguenze.  In particolare, dispiace vedere la comparsa, solo all’ultimo, di nomi legati all’amministrazione, perché se il lascito derivasse da un solido rapporto di amicizia – conclude il Consigliere – viene inevitabilmente da chiedersi come mai quei nominativi siano comparsi solo nelle ultime disposizioni e non già nei primi testamenti.”