“Rimane alta l’attenzione da parte del Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sulla vicenda dell’area nota come Ortazzo e Ortazzino nel Parco Delta del Po in provincia di Ravenna. Vicenda che ieri ha avuto un importante sviluppo con l’annuncio dello stanziamento di 437mila euro da parte di Regione e Comune di Ravenna per permettere all’Ente Parco di esercitare il diritto di prelazione. La Regione ha reso noto che le aree A e B rientrano tra quelle che la Legge Quadro sulle Aree Protette consente di riscattare, mentre per quanto riguarda la restante area C, questa non può per legge essere oggetto di prelazione. Ciò comporta che la prelazione da parte dell’Ente Parco viene esercitata per le sole zone A e B (circa 420 ettari) escludendo la zona meno protetta in fascia C (poco meno di 80 ettari), a differenza di quanto indicato nel contratto di compravendita tra l’Immobiliare Lido di Classe SpA e la CPI Real Estate Italy SpA dell’1 marzo 2023, dove il diritto di prelazione riguardava tutto il comparto Ortazzo e Ortazzino. Alla luce di questi aspetti contraddittori, la Capogruppo di Europa Verde Silvia Zamboni ha depositato un’interrogazione per avere chiarimenti su quanto era stato annunciato dall’assessora regionale Barbara Lori nelle risposte a due precedenti interrogazioni di Europa Verde. In particolare, la consigliera chiedese il lavoro legale di verifica della regolarità dell’atto di vendita di Ortazzo e Ortazzino dello scorso marzo si sia concluso e con quali risultati, e se si procederà alla riclassificazione da zona C a zona B per aumentare la tutela dell’area ad oggi destinata a restare in mano ai privati.

Lo scorso 13 settembre l’assessora Lori, rispondendo alla prima interrogazione di Europa Verde sul mancato acquisto dell’area da parte dei soggetti pubblici, aveva annunciato la partecipazione della Regione al tavolo istituzionale che avrebbe approfondito la tempistica del diritto di esercizio di prelazione, con l’obiettivo, qualora fossero emerse irregolarità nell’atto di vendita all’immobiliare CPI Real Estate, di impugnarlo, riaprendo così la strada all’esercizio del diritto di prelazione e alla possibile acquisizione dell’area da parte dell’Ente Parco, senza specificare se limitata alle sole aree A e B.

Successivamente, rispondendo il 18 ottobre ad una seconda interrogazione di Europa Verde, l’assessora Lori non aveva escluso la possibilità di approfondire la scelta di riclassificare in fascia di tutela B l’area di Ortazzo e Ortazzino al momento in classe C al fine di aumentarne il grado di protezione. Un upgrade che trovava riscontro nel fatto che i decenni di abbandono dell’area avevano permesso di ricostituire gli ecosistemi originari. L’assessora aveva anche reso nota la decisione dell’Ente di gestione del Parco di affidare a due legali la verifica della regolarità del procedimento di vendita del 01.03.2023.

La ricostruzione di questo scenario così complesso contenuta nelle premesse dell’interrogazione depositata oggi mette in campo un ulteriore tassello: ossia il parere fornito qualche giorno fa dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) a un gruppo di associazioni ambientaliste che lo avevano richiesto. Tale parere sottolinea la necessità che gli ambienti in zona C “vengano fatti rientrare nella zona B del Piano del Parco. Il cambiamento di classificazione è auspicabile per garantire la conservazione della biodiversità nel lungo termine in quanto permetterebbe di perseguire più efficacemente gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie di interesse nazionale e comunitario presenti nel biotopo”. ISPRA inoltre caldeggia che si ricomprenda tutta l’area (A, B, C) in una Riserva Naturale dello Stato da acquisire al Demanio statale, rilevando che l’area possiede tutti i requisiti previsti in tal senso dalla legge “in quanto risultano presenti numerosi habitat di interesse comunitariodi cui almeno 5 prioritari”.

Condivido l’allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste e la proposta di Ispra –dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna– Che l’area C di Ortazzo e Ortazzino rimangadi proprietà privata è preoccupante perché è la meno tutelata. A questo propositonell’interrogazione depositata oggi chiedo come mai emerga solo oral’esclusione dell’area C dal diritto di prelazione da parte dell’Ente Parco, quando l’atto di vendita del primo marzo scorso parla di prelazione sull’intero comparto. Mi auguro quindi che nella risposta che riceverò vengano chiariti questi aspetti ancoraopachi della vicenda. Inoltre, alla Giunta regionale chiedo se il lavoro legale di verifica della regolarità dell’atto di vendita di Ortazzo e Ortazzino di marzo si sia concluso e con quali risultati, e se, come auspicato anche da ISPRA, insieme a Europa verde e alle altre associazioni, si procederà alla riclassificazione da zona C a zona B e se verrà presa in considerazione anche la sollecitazione di ISPRA a ricomprendere tutta l’area in una Riserva Naturale dello Stato ed acquisirla al Demanio statale. Stiamo parlando di un’area ricca di preziosa biodiversità. Non rassicura Europa Verde l’annunciato prossimo passaggio di mano tra privati dell’area C,oltre tutto per una cifra che è pari al doppio dell’importo relativo alla prima vendita del marzo scorso dell’intero Ortazzo e Ortazzino– conclude la consigliera Zamboni.”