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“A seguito della collisione avvenuta lo scorso 19 ottobre 2022, a circa 11,5 miglia nautiche al traverso del porto di Ravenna (oltre 21 km dalla costa), che ha coinvolto una nave mercantile di 82 metri di lunghezza e 1660 tonnellate di stazza lorda, ed un peschereccio di 23 metri di lunghezza, con porto base a Cesenatico, poi affondato in poco tempo, la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Ravenna ha adottato le prime iniziative per la messa in sicurezza degli equipaggi delle navi coinvolte e per gli aspetti relativi alla tutela marittima ambientale.
In particolare, dal Comando della Capitaneria di Porto fanno sapere che è stato emanato un “Avviso urgente ai naviganti” e diffusi messaggi radio, ripetuto sul canale marino 16 Vhf ad orari prestabiliti, per indicare la presenza del relitto del peschereccio, appoggiatosi su di un fondale di circa 25 metri. Inoltre, a tutela della sicurezza della navigazione, la Capitaneria di Porto di Ravenna ha emanato un’Ordinanza che vieta la navigazione alle navi con pescaggio superiore a 10,5 metri entro un raggio di 200 metri dal punto di affondamento del peschereccio.
Nella giornata di ieri, sono proseguite senza sosta le attività di perlustrazione di tutta la zona, con impiego di due motovedette della Guardia Costiera, la CP 847 e la CP 713, di un elicottero AW 139 proveniente dalla base aeromobili Guardia Costiera di Pescara, e del nucleo subacquei dei Vigili del Fuoco proveniente da Bologna, che ha posizionato una boa di segnalamento per individuare in superficie il punto di affondamento. Inoltre, i Vigili del Fuoco hanno ispezionato il relitto non rilevando fuoriuscite di carburante dalle casse combustibili dell’unità affondata. I comandanti delle due unità coinvolte hanno ricevuto formale diffida ai sensi degli articoli 11 e 12 della Legge n. 979/1982, per l’adozione di urgenti misure atte ad eliminare i potenziali effetti dannosi all’ambiente marino e costiero.
La lieve iridescenza superficiale che si è formata a seguito del naufragio è stata contenuta e recuperata da un mezzo antinquinamento del Consorzio Castalia, intervenuto su richiesta della Capitaneria di porto di Ravenna, a seguito dell’autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica.
Le operazioni di monitoraggio di tutta la zona interessata sono riprese dalle prime ore della mattinata odierna, con impiego della motovedetta CP 847, del mezzo antinquinamento Castalia e di un aeromobile ATR 42 della Guardia Costiera, proveniente dalla base aeromobili di Pescara, senza rilevare presenza significativa di idrocarburi in superficie.
Nella mattina a odierna (20 ottobre), negli uffici della Guardia Costiera di Ravenna sono iniziati gli interrogatori di tutti i marittimi imbarcati sulle navi coinvolte, ai fini dell’inchiesta sommaria sui sinistri marittimi prevista dall’art. 578 del Codice della Navigazione.
Agli atti di indagine, i militari della Capitaneria hanno già acquisito i tracciati radar e AIS delle navi coinvolte, dai quali è possibile verificare, con assoluta certezza, le rotte e le manovre eseguite dalle navi nei momenti precedenti la collisione e le eventuali attività in corso.
Inoltre, il personale specializzato “Port State Control” della Capitaneria di Porto di Ravenna si è recato a bordo del mercantile straniero “MIKA” e, a seguito di ispezione dettagliata, ha sottoposto a “fermo amministrativo” la nave a seguito di diverse carenze, non relative a danni strutturali a seguito dell’impatto, ma a causa di altre deficienze derivanti dal mancato rispetto delle vigenti Convenzioni marittime internazionali.
In ogni caso, da una prima disamina dei fatti, emerge che il sinistro si è verificato nella parte iniziale del canale di ingresso al porto di Ravenna, previsto dal vigente “Schema di Separazione del Traffico Navale”, approvato con Ordinanza n. 32/2022 della Capitaneria di porto di Ravenna, proprio a maggior tutela della sicurezza della navigazione.
Questo Schema di Separazione del Traffico Navale è stato elaborato a seguito di “risk analisys” condotta dalla Capitaneria di Porto e dalla Corporazione dei Piloti ravennati proprio per disciplinare la navigazione marittima a seguito di precedenti collisioni avvenute al largo della costa romagnola.
Evidentemente, non sono state rispettate le disposizioni, i divieti e le prescrizioni recentemente imposte dalla Capitaneria di Porto con l’Ordinanza n. 32/2022, quali l’osservanza delle direttrici di traffico navale, il rispetto delle precedenze in mare, le attività vietate (tra le quali, appunto, l’esercizio della pesca marittima), ampiamente divulgate e riportate sulla cartografia nautica ufficiale.
Sarebbe stato sufficiente attenersi alle disposizioni dell’Ordinanza n. 32/2022 per evitare la collisione e, quindi, l’affondamento del peschereccio; saranno le attività investigative in corso presso la Capitaneria di Porto a far piena luce sui fatti, cristallizzando le discendenti responsabilità penali e amministrative a carico dei responsabili, aggravate dalla circostanza di aver ignorato le regole imposte recentemente dalla Capitaneria di Porto di Ravenna proprio a salvaguardia della sicurezza della navigazione marittima.”