Gli uomini della Polizia Locale della Romagna Faentina in questi giorni, nonostante la sospensione dell’attività didattica, sono impegnati nel rintracciare i bambini che da tempo non frequentano la scuola dell’obbligo, o meglio, i genitori di piccoli che risultano evasori all’obbligo scolastico elementare.
Tale attività richiede spesso una sensibilità particolare nel gestire delicati episodi. L’anno scorso, al termine di un’attività d’indagine anche molto laboriosa, i vigili  hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica per inosservanza dell’obbligo di istruzione dei minori 6 persone che non hanno ottemperato all’obbligo di mandare i propri bimbi alle scuole elementari nel corso dell’anno scolastico.

L’attività dei vigili ha preso sempre le mosse dalle segnalazioni arrivate dagli istituti scolastici cittadini che, a seguito delle ripetute assenze dalle lezioni, hanno indicato i giovanissimi che non partecipavano senza giustificato motivo alle lezioni della scuola dell’obbligo. Purtroppo, la normativa attuale consente d’intervenire a livello penale solo per la mancata frequenza delle scuole elementare da parte dei bimbi, in quanto la norma, pur prevedendo l’obbligo anche per l’istruzione superiore, non ha però previsto alcun tipo di pena per l’inottemperanza della stessa.
Le indagini, come detto, in questi casi durano sempre diverse settimane, in quanto lo scopo principale è sempre stato e rimane per gli agenti quello di cercare di far riprendere la frequentazione delle scuole elementari ai bimbi. La polizia utilizza l’estrema ratio della denuncia penale solo quando le famiglie continuano a ignorare anche le diffide verbali e formali che  vengono sempre  notificate ai genitori esercenti la potestà genitoriale dei piccoli. Essendo la scuola il vero organo principe d’inclusione nella società di domani per i bimbi, la polizia locale mette il massimo impegno possibile in questa operazione. Le indagini hanno interessato l’anno scorso ben 20 nuclei familiari, mentre quest’anno il numero è sotto la decina. Segno che l’attività messa in essere negli anni scorsi ha dato i suoi frutti. Le storie che sottendono ad ognuna di queste situazioni sono diverse, ma il comune denominatore purtroppo è la scarsa percezione dell’utilità della frequenza della scuola dell’obbligo, che si percepisce spesso in famiglie di bassa estrazione sociale e riguarda molte volte purtroppo le bimbe più che i bimbi.