14/03/2018 – Proseguono, mercoledì 14 marzo alle ore 21, gli appuntamenti con “Il Cinema della Verità” al Ridotto del Teatro Masini di Faenza. Il secondo documentario della rassegna sarà L’ombelico magico della regista Laura Cini. Alla proiezione sarà presente Giulia Grassi, protagonista del film, per presentare la pellicola e discuterne con il pubblico. “Il Cinema della Verità” 2018 è organizzato dal Comune di Faenza e Accademia Perduta/Romagna Teatri con il sostegno di MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza e la collaborazione di Cineclub Il Raggio Verde, Cinemaincentro, Associazione D.E-R Documentaristi Emilia Romagna, Società Cooperativa di Cultura Popolare e Festival Internazionale del Cinema Documentario “Premio Marcellino De Baggis” di Taranto. L’ingresso è gratuito. La Versilia ha vissuto una lenta e inesorabile decadenza dal picco glamour degli anni ‘60. Oggi, a causa della crisi, il fulcro della stagione turistica, che fino a qualche anno fa copriva l’estate intera, si è ridotto alle settimane centrali di agosto. Nell’interno, a Montignoso, una striscia di campagna a ridosso delle Alpi Apuane, lambita dal vento del mare da cui dista poco più di un chilometro, sono ancora evidenti le tracce di una spiritualità profonda, ancestrale, che prende soprattutto la forma delle pratiche della “segnatura” (trattamento e cura, in gergo) del Malocchio e della Paura. Con pochi semplici ingredienti, tra cui regna sovrano l’olio d’oliva, alcune donne profondamente religiose mettono gratuitamente a disposizione della comunità riti e poteri tramandati di generazione in generazione. Tra queste, la più famosa è Edda, che ha la rara facoltà di segnare la Paura, quel sottile o pesante disagio interiore che pochi trattano ma di cui sempre più persone sembrano soffrire. La sua casa è popolare quasi quanto il club notturno più in voga del momento. I ritmi lenti della sua vita e quelli immutabili della natura sono animati da una gran numero di visite di parenti, amici, conoscenti, venditori ambulanti, fattori, fruttivendoli, lattai, “pazienti” della maga e altra gente “parcheggiata” per il pomeriggio senza particolari motivi. La casa di Edda è sempre aperta, un rifugio dove ognuno si sente protetto e a proprio agio. Giulia, una ragazza di 23 anni, lavora in un tipico stabilimento balneare della zona. Giulia è una ragazza normale che magari eccede nei divertimenti e nelle distrazioni notturne, ma che è anche alla ricerca di qualcos’altro che dia un senso alla sua vita. In una sorta di bulimia spirituale da cui è stata presa negli ultimi anni, ha abbandonato il liceo prima di prendere il diploma e si è messa a studiare per diventare una guaritrice della comunità essena, una setta antica; pratica yoga ogni mattina sulla spiaggia, sogna di aprire un centro benessere e vive sotto l’influenza della madre, donna intelligente e un po’ nevrotica, molto probabilmente ispiratrice della ricerca spirituale della figlia. Quando Giulia scopre che Edda non ha nessuno a cui tramandare “l’arte magica”, si fa timidamente avanti. Attraverso questa piccola storia di provincia L’ombelico magico racconta in chiave intima e visionaria, ma anche ironica, gli anni che stiamo vivendo, riflettendo sul rapporto con il nostro passato ancestrale in un momento storico segnato dal bisogno di speranza ma anche dalla paura di un futuro che appare sempre più oscuro.