Nicola Magrini, ex direttore dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, dove fu nominato dal ministro Roberto Speranza nel 2020, guiderà l’Unità Operativa complessa “Qualità e Governo Clinico” dell’Ausl Romagna. Incarico da 730 mila euro nei prossimi cinque anni. Ma scoppia la polemica in Romagna. A scagliarsi contro la nomina è Luca Bartolini, coordinatore forlivese di Fratelli d’Italia. È stato proprio il Governo Meloni a far decadere Magrini dalla guida dell’Aifa: 

“Non si trovano le risorse per un medico da impiegare sulla Mike 42, l’automedicalizzata che faceva base a Meldola – ha detto Bertolini, ma il discorso è lo stesso per Lugo e Faenza – non si trova un milione di euro per completare l’ampliamento del Pronto Soccorso di Forlì (o per il personale dei Pronto Soccorso di Ravenna e di Lugo. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, in visita proprio a Forlì, si straccia le vesti per i tagli alla sanità, sostenendo che mancano ancora i rimborsi degli ultimi tre anni per le spese Covid e il caro energia su cui il Governo Meloni appena insediato ha ben poche responsabilità. Ma poi non si batte ciglio per ingaggiare un nuovo super dirigente nazionale da inserire nel già ricco quadro di vertice dell’Ausl Romagna e per cui si impegnano ben 730mila euro nei prossimi cinque anni e per un settore non propriamente strategico come quello della qualità. Basta scusa, basta bugie. È evidente che il problema non è quello delle risorse economiche – ha aggiunto – ma il disegno è di indebolire la sanità forlivese punto e basta”.

“La qualità, lo possiamo anticipare noi a Magrini”, ha chiosato: “Da quando c’è l’Ausl Romagna sta calando e continuerà a farlo se si continua di questo passo”.

Dure le critiche anche della Lega: ““L’Asl unica della Romagna soffre per i tagli alle automediche, per le file ai Pronto soccorso, per le corsie senza medici, per i debiti milionari maturati in questi anni? Tutto vero, ma è altrettanto vero che, pur in difficoltà di risorse, la sanità regionale e romagnola non lascia a spasso chi è stato silurato da prestigiose sedi romane. È il caso del dottor Nicola Magrini che dal 31 gennaio 2023 ha ottenuto l’incarico quinquennale di direttore della struttura complessa U.O. Qualità e Governo Clinico nell’Asl Unica della Romagna, dietro un compenso di oltre 146mila euro annui. Magrini non è altro che l’ex direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) incarico che ricopriva dal 2020, con ministro della salute Roberto Speranza, e che è arrivato a scadenza il 23 gennaio. Subito i pasdaran della sinistra hanno gridato allo spoil system. Ma per una poltrona persa a Roma ce n’era un’altra già pronta in Romagna. Alla faccia di quei professionisti già in organico nell’Asl romagnola che forse da tempo aspiravano a quel ruolo. Ma si sa, ubi maior minor cessat”.  Così in una nota i consiglieri regionali Daniele Marchetti e Massimiliano Pompignoli, che hanno presentato un’interrogazione in Regione, e il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.

“È in ogni caso scandaloso che in una situazione come l’attuale si proceda a una nomina che non può che essere di natura politica e in tempi così ristretti… È più che urgente un efficientamento degli apparati tecnici e amministrativi della sanità per ottimizzare le risorse. Ma è anche indispensabile che a guidare nomine e responsabilità non siano più logiche partitiche. Tiziano Carradori e l’assessore Raffaele Donini non possono far finta di nulla, anzi ci aspetteremmo che Carradori, dopo il disastro della nuova pianificazione delle automediche, la situazione degli ospedali romagnoli e questa assunzione, si dimettesse da un incarico che forse non riesce più a svolgere al meglio”.