Dubbi sulla raccolta differenziata. Proteste contro il “porta a porta” introdotto anche a Faenza in fase sperimentale in alcune zone della città. Lamentele apparse su alcuni quotidiani e sui social network da parte dei cittadini, alle quali Legambiente si oppone con forza, considerando la raccolta differenziata, e il metodo “porta a porta”, la modalità di gestione dei rifiuti più conveniente e con un impatto minore sull’ambiente, a patto che venga svolta correttamente, come, sottolinea l’associazione, nel territorio forlivese, dove il “porta a porta” è in vigore da qualche anno:
“Nel 2017, con la raccolta stradale, in media ogni cittadino di Modigliana (FC) ha inviato all’inceneritoe di Forlì 253 kg di rifiuti indifferenziati. A Carpi e comuni limitrofi, dove è stato attivato un porta a porta con tariffa puntuale simile a quanto proposto dalla nuova società pubblica forlivese ALEA, con piena soddisfazione dei cittadini, ne sono stati prodotti 54 a testa, 5 volte in meno. Il resto va a riciclaggio. Nel 2017 i cittadini di Modigliana, con raccolta stradale, hanno pagato il servizio rifiuti il 4,9% in più dei cittadini di Carpi con servizio porta a porta. I dati parlano chiaro: la raccolta porta a porta è molto più efficiente e anche meno costosa della raccolta stradale”.
Non si limitano però ai risparmi economici, i vantaggi individuati da Legambiente sul passaggio da raccolta stradale a quella porta a porta: è la salute a guadagnarci, con una minore incidenza di malattie legate all’inquinamento.
“La considerazione principale – spiegano da Legambiente – è quella indicata dai Medici per l’ambiente; la popolazione sottoposta ai fumi di ricaduta degli inceneritori sono soggetti ad aumenti delle seguenti patologie: mortalità complessiva, tumori maligni (linfomi non-Hodgkin, leucemie, mieloma multiplo, sarcomi, tumori infantili, tumori a polmone, stomaco, colon, fegato e mammella), asma, malattie respiratorie e cardiovascolari, malformazioni, specie dell’apparato urogenitale, nascite premature, bambini sottopeso e abortività spontanea. Nel sangue degli adolescenti residenti in prossimità di inceneritori sono state inoltre ritrovate elevate concentrazioni di piombo, cadmio, PCB e composti diossino-simili, associate a ritardo nella maturazione sessuale ed insufficienza renale”.
“Meno rifiuti si producono da smaltire più si salvaguarda la salute e la vita delle persone – concludono -. Non è un problema di chi abita sotto l’inceneritoe, ma un problema di tutti, perché tutti produciamo rifiuti e ne siamo responsabili. A Forlimpopoli, nel 2008, ad 1 anno dall’inizio della raccolta porta a porta l’88,9% della popolazione ha risposto all’indagine che preferiva il porta a porta e non voleva ritornare ai cassonetti, il 5,9% rivoleva i cassonetti e l’altro 7,9% non ha espresso preferenze. Allora perché opporsi a priori? La posizione di Legambiente è chiara: sì al porta a porta e alla tariffa puntuale, tanto che il presidente, Stefano Ciafani, andrà presto a Forlì per sostenere il progeto ALEA”.