In questi giorni l’Italia sta affrontando una situazione di forte criticità a causa della diffusione del Coronavirus. L’impatto nei confronti dell’economia è stato devastante, tanto che la CNA insieme alle altre associazioni datoriali e ai sindacati dei lavoratori hanno stilato un documento congiunto che chiama le parti sociali, il governo, le regioni, le autorità e gli esponenti della società civile a mettere da parte ogni divisione e a lavorare attivamente e in modo coordinato per chiudere questa fase il prima possibile. Il documento vuole rappresentare un atto di responsabilità degli imprenditori e dei lavoratori nei confronti del paese affinché l’emergenza sanitaria non si trasformi in emergenza economica.

La CNA ha apprezzato la tempestività dimostrata dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e dal presidente della Provincia e Sindaco di Ravenna Michele De Pascale nell’affrontare l’emergenza. In questo quadro il coinvolgimento delle organizzazioni imprenditoriali nella definizione di un primo pacchetto di provvedimenti intesi a contrastare le pesanti ricadute sul tessuto produttivo rappresenta una scelta cruciale.

Le previsioni economiche per il 2020 indicavano già una forte diminuzione del PIL e a seguito della caduta della produzione e della domanda interna cinese e degli effetti sugli scambi internazionali e del turismo. Con l’emergere dei focolai in Lombardia e in Veneto il quadro è destinato a cambiare drasticamente tanto che è possibile che il primo trimestre registri una contrazione dello 0,3% circa. Considerando anche l’ultimo trimestre 2019 la revisione è al ribasso dello 0,4% e dunque si può definire aperta la fase di recessione tecnica, la quarta dal 2009.

“Di fronte a questo stato di emergenza la CNA chiede al Governo nazionale un deciso cambio di passo” ha affermato Pierpaolo Burioli, Presidente della CNA di Ravenna. “Sono necessarie risposte non convenzionali a partire da un piano di azione straordinario per monitorare l’andamento delle attività economiche e predisporre strumenti in grado di fronteggiare gli effetti negativi innescati dal diffondersi del Coronavirus”.

“Nei giorni scorsi la CNA ha lanciato un questionario per rilevare la situazione delle imprese e raccoglierne le richieste e le esigenze” dichiara il Direttore della CNA di Ravenna, MassimoMazzavillani. “Dall’indagine e dal confronto diretto sono emerse necessità specifiche a partire dalle quali CNA ha stilato un elenco di richieste per salvaguardare la continuità dell’attività produttiva e consentire alle imprese di gestire al meglio l’impatto con questa emergenza.” Queste, in estrema sintesi, le proposte di CNA per sostenere la nostra economia:

–       estendere le misure sospensive nei confronti delle imprese, in particolare di quelle che operano nel turismo, nella moda, nella somministrazione di alimenti, nel benessere alla persona e nel trasporto;

–       garantire la circolazione degli automezzi di trasporto merci, onde assicurare continuità nei rifornimenti e negli approvvigionamenti alle imprese e contrastare i blocchi alle frontiere;

–       per contrastare la stagnazione, procedere al disboscamento della giungla burocratica partendo dalla cancellazione dell’art. 4 del decreto fiscale sulla responsabilità solidale dei committenti in fatto di ritenute fiscali dei dipendenti delle imprese appaltatrici e subappaltatrici;

–       trasformare le detrazioni fiscali per lavori di ristrutturazioni, efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica in titoli di credito cedibili alle banche, superando in tal modo il meccanismo dello sconto in fattura (art. 10 Decreto Crescita);

–       garantire l’erogazione di credito alle imprese ripristinando la lettera r) della riforma Bassanini, vale a dire la possibilità in capo alle Regioni di limitare l’accesso al fondo di garanzia ai soli Confidi, strumenti capaci di supportare le piccole imprese, specie se in sofferenza, nel rapporto con le banche;

–       consentire ai contratti pubblici per i servizi e fornitura sottosoglia per i lavori fino a 200.000 € l’affidamento diretto sulla base di almeno tre preventivi;

–       eliminare gli oneri generali di sistema dalla bolletta elettrica delle imprese per ridurre il differenziale di costo a danno degli utenti di minori dimensioni rispetto agli energivori e ai competitor degli altri Paesi.

–       ripristinare l’iperammortamento al 150% per l’acquisto di beni immateriali e materiali compresi i mezzi di trasporto e sospendere dell’utilizzo dell’ISA per l’intero 2020 in considerazione dell’acuirsi della crisi;

–       anticipare al 2020 la deducibilità del 100% dal reddito di impresa dell’IMU sugli immobili strumentali, inizialmente prevista solo per il 2022.

“Quest’ultimo punto – sottolinea Mazzavillani – è frutto di una proposta specifica che abbiamo avanzato come CNA di Ravenna alla CNA Nazionale e che tiene conto della battaglia che come sistema stiamo conducendo da diversi anni per la riduzione del Total Tax Rate nei confronti delle imprese”.