La cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana (e ravennate), uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, pubblica amministrazione e non profit, genera oltre 90 miliardi di euro e attiva altri settori dell’economia, arrivando a muovere, nell’insieme, più di 300 miliardi di euro, equivalenti al 18% del valore aggiunto nazionale. È quanto emerge dal Rapporto 2020 “Io sono cultura”, arrivato alla decima edizione, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere e riferito ai dati 2019.

Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a più di un milione e mezzo di persone, che rappresentano il 5,9% del totale degli occupati in Italia

“Nella nostra provincia – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – sono oltre 14.000 le imprese che dalla cultura traggono linfa creativa e competitività: design, architettura e comunicazione, che sviluppano servizi per altre filiere e veicolano contenuti e innovazione nel resto dell’economia, dal turismo all’enogastronomia fino ai servizi e manifatturiero. Ravenna dispone di un patrimonio culturale e turistico che tutto il mondo ammira. Un patrimonio che dobbiamo certamente custodire, ma anche valorizzare, incrementare ed integrare con sempre nuove progettualità, soprattutto dopo il duro colpo inferto dalla pandemia”.

E non finisce qui, perché la cultura – evidenzia il Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere – ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8: in altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 in altri settori, col turismo come primo beneficiario di questo effetto volano. Un effetto volano competitivo confermato anche dal fatto che le aree geografiche dove maggiore è il fatturato della cultura sono anche quelle dove è forte la vocazione manifatturiera.

“Cultura e arte – ha concluso Guberti – sono volani di crescita, di quella crescita equilibrata che garantisce coesione, fiducia e rispetto per l’ambiente e per gli altri. Lo dimostrano, ad esempio, i risultati delle applicazioni di nuove tecnologie nei progetti e nei percorsi museali e culturali, le ricadute di un sistema produttivo che compete sulla scena globale con creatività e con prodotti ad alto contenuto innovativo. Innovare nella continuità, infatti, è quanto di meglio hanno dimostrato di saper fare tante nostre eccellenze imprenditoriali, anche in questi mesi difficili di pandemia, rinnovandosi ed alimentando quello spirito, per certi versi unico nel suo genere, dell’Italia che inventa. L’auspicio è che i dati positivi riscontrati nel 2019 possano essere ripresi e consolidati anche nel 2021, a seguito della tanto attesa ripartenza delle attività culturali e artistiche in tutto il Paese”.