Ci fu un tempo in cui un Ministro della Repubblica disse che “con la cultura non si mangia”. Con questa citazione Adriano Maestri ha introdotto i lavori del convegno IL VALORE DELLA CULTURA, organizzato a Ravenna dal Distretto Rotary Emilia Romagna e Repubblica di San Marino.

La carrellata degli interventi è stata tutta volta a dimostrare la infondatezza di quell’assunto e anzi che la cultura genera ricchezza e quando ben gestita anche valore per le economie locali, e questo è tema fondante non solo per il nostro territorio ma anche per il nostro tempo. Ma come si misura in termini economici la ricaduta di una offerta immateriale?

Il convegno ha proposto in questo senso alcune esperienze di successo, e i suggerimenti per quelle di insuccesso dell’Assessore Filicori.

Intanto capire perché l’uomo è stimolato alla conoscenza e ama la bellezza.

Claudio Widman è partito dall’albero della conoscenza al centro del Paradiso Terrestre, passando per il Prometeo incatenato di Eschilo, che dona agli uomini non solo il fuoco, ma proprio la cultura come conoscenza piegata all’utilità del vivere.

Gianfranco Marchesi ha trattato della evoluzione dal QIntellettivo al QEmozionale, stabilendo che “la bellezza è insita nel cervello” e “l’arte è la comunicazione intersoggettiva della bellezza”. La Bellezza salverà il mondo, ma noi dobbiamo preoccuparci di salvare la bellezza, come uomini del Rinascimento.

Da queste premesse, per cui fare dono della cultura è fare dono della sete, il convegno è passato alla disanima di eventi positivi, quali il Ravenna Festival: 250milioni di euro di contributi nel tempo, un milione e mezzo di spettatori in questi 33 anni, un centinaio di luoghi recuperati all’utilizzo per spettacoli dal vivo non a quello dedicati, e da considerare anche che 1 spettatore su 4 viene dall’Europa.

Le Grandi Mostre del Sand Domenico a Forlì hanno cambiato in questi 17 anni la percezione ed il vissuto della città. 1,5 milioni di visitatori, con una media pre-Covid di 100mila a mostra, il restauro di 1300 opere, 5200 opere in mostra, e soprattutto un ritorno medio in città dai 2 ai 3eur per ognuno dei 40milioni di euro investiti dalla Fondazione Cassa di Forlì sulle mostre.

L’esperienza di Parma invece non si basa sul grande evento, ma su un nuovo modello di collaborazione Pubblico-Privato, che diventa fattore moltiplicatore perché replicabile. Esempio l’esperienza di “io ci sto!” che ha raccolto decine di imprese le più diverse, che poi si è evoluto in “Imprese Aperte”: è il valore dello stringere il rapporto con le Aziende che ha portato creatività e innovazione. Il medesimo valore che ha consentito a Parma di vincere la candidatura a Capitale Italiana della Cultura con oltre 1500 eventi realizzati 1019-2021 con oltre 800 partner fra enti pubblici e privati, con un importante Social Return of Investment.

Disseminazione simile, ma sul fronte del sapere, è quella che caratterizza il Festival della Filosofia di Modena.

Collegata in videocall, perché in Nuova Zelanda, Evelina Christillin ha raccontato l’evoluzione di Torino da quando “l’automobile uccise la cavalleria” a quando il turismo e la cultura affiancarono l’automobile, con la trasformazione della città attivata dalle Olimpiadi. C’è l’esempio virtuoso dei molti luoghi allora costruiti e oggi riusati per altri eventi, come per il Salone del Libro o quello del Gusto, o ora gli ATP di tennis. E poi l’altro esempio virtuoso del Museo Egizio con un bilancio di 13milioni di euro, di cui appena 800mila di contributi pubblici, e però sostanzialmente in pari.

“ma chi l’ha detto che la cultura deve essere un costo?” ha chiesto l’Assessore Filicori. Chi decide considera ancora normale che con la cultura ci si debba rimettere…e invece ci vuole una rivoluzione imprenditoriale: un museo, un teatro è una azienda che non è tenuta a fare profitti ma è tenuta a fare quadrare i conti. EFFICIENZA oggi è ancora una parola bandita, ma non deve essere più così, ha concluso Filicori.

Gli esempi relazionati oggi sono campioni in questa direzione, ha concluso Maestri, riassumendo in tre concetti la conclusione del convegno: coinvolgimento del territorio, inclusione e pubblico+privato.