“La rimozione del ponte è senza dubbio un momento importante, il risultato concreto di una battaglia portata avanti con determinazione dai cittadini, ma non possiamo ignorare le parole rilasciate al Tg3 dall’ingegner Catalano di RFI, che più che riconoscere responsabilità,sembrano suonare come una beffa.
Affermazioni come: “abbiamo dato soddisfazione alle comunità locali che vedevano questa criticità come un pericolo” rivelano una distanza sconcertante dalla realtà dei fatti.
Non si è trattato di soddisfare una semplice “percezione” del pericolo.
Quel ponte era un rischio oggettivo, documentato, reale. La sua rimozione non è un favore, né un gesto di benevolenza, ma l’esecuzione tardiva di un dovere tecnico, morale ed istituzionale.
Parole come queste mostrano quanto certa burocrazia sia più preoccupata di “gestire il malcontento” che di garantire la sicurezza concreta dei territori.
Non ci hanno fatto un favore. Hanno solo, dopo enormi pressioni, fatto ciò che era dovuto.
Per questo, se oggi celebriamo questa rimozione come un successo, non possiamo considerarla un punto di arrivo.
La nostra attenzione resta altissima: sulla messa in sicurezza dell’intero asse fluviale, sulla manutenzione ordinaria e straordinaria e su tutte le opere di prevenzione ancora assenti.
Non ci accontenteremo di “soddisfazioni”. Vogliamo sicurezza. Quella vera.
E la nostra battaglia continua.”

























































