Si è svolta, nella settimana tra il 18 e il 25 gennaio scorsi, la campagna “Nuovi Abbonamenti” per l’annuale rassegna di teatro comico in cartellone al teatro Alighieri di Ravenna. Il programma comprende gli spettacoli di Teresa Mannino con “Sento la terra girare” (13 febbraio), di Rocco Papaleo con “Coast to Coast” (il 17 marzo), di Riccardo Rossi con “W le donne” (il 6 aprile) e di Max Giusti con il suo nuovo “Va tutto bene” (il 4 maggio).

Per esporre le ambiguità e le contraddizioni con cui questa campagna si sarebbe svolta, do la parola ad una signora che, avendole subìte personalmente, ce le ha scritte col proprio nome/cognome nei seguenti sei punti, su cui Lista per Ravenna ha compiuto ogni possibile verifica.

  1. DOPPIOPESISMO – Sono abbonata da più di venti anni ininterrottamente agli spettacoli del comico (rinnovando l’abbonamento anche nelle annate con programmazione poco attraente, pur di mantenere la priorità acquisita ed anche per sostenere l’iniziativa culturale). Nella lettera ricevuta in quanto vecchia abbonata, sono stata informata che il progetto di nuovo assetto della platea, a seguito dei lavori di riqualificazione, aveva reso impraticabile la campagna di ‘Rinnovo Abbonamento’ e necessario ‘l’azzeramento’ degli abbonamenti alla precedente edizione. I nuovi avrebbero potuto essere acquistati, nella settimana indicata, presso la biglietteria del teatro dalle 10.00 alle 13.00 (il giovedì anche dalle 16.00 alle 18.00), oppure online. La prima domanda che mi sono posta è perché l’acquisto degli abbonamenti con diritto di prelazione ai precedenti abbonati è stato invece precedentemente concesso, giustamente, sia per la stagione di prosa che per quella d’opera e danza, quasi che in un teatro comunale si possa fare del doppiopesismo.
  2. DISINFORMAZIONE – Domenica 19 gennaio, ho appreso poi, dagli organi di stampa, che degli 800 posti a disposizione, 400 erano stati precedentemente assegnati ai CRAL (Circoli Ricreativi Assistenziali Lavoratori). Se l’avessi saputo, avrei avuto un’alternativa in più tra cui scegliere, oltre alla solita lunga fila davanti alla cassa del teatro ed agli inutili tentativi effettuati online (tutto bloccato: le addette alla biglietteria mi hanno in seguito riferito di aver avuto esse stesse difficoltà di collegamento per l’assegnazione dei posti).
  3. SOTTOBANCO? – Il primo giorno di apertura della biglietteria, trascorsi 45 minuti dall’inizio e dopo l’ingresso di 24 persone, è stato comunicato alla folla, in attesa da ore, che erano rimasti solo due posti in loggione. Considerato che ogni persona aveva facoltà di sottoscrivere al massimo quattro abbonamenti, i posti assegnati avrebbero potuto essere al massimo 96, ma, sempre dagli organi di stampa, ho saputo che dei 400 posti rimasti disponibili, due terzi sono stati venduti online e un terzo tramite la biglietteria del teatro.
  4. GLI SCONTI – Ho infine letto, in un’altra nota informativa, che “gli abbonamenti non sono nominativi e possono essere ceduti ad altre persone”, senza però specificare che per gli abbonamenti acquistati usufruendo di sconti (ad esempio coi CRAL), le persone a cui vengono ceduti devono avere pari requisiti (ad esempio, l’iscrizione al CRAL).
  5. RIPRISTINARE IL DIRITTO – Poiché ritengo di aver subito delle scorrettezze dovute ad una gestione ambigua e ad un’informativa poco trasparente, consapevole che l’invalidazione dell’avvenuta vendita degli abbonamenti recherebbe danno a troppe persone che non lo meritano, chiedo però che il prossimo anno si rispetti, con un’informativa chiara e trasparente, il diritto di prelazione dei vecchi abbonati all’edizione 2018 che quest’anno non hanno potuto acquistare l’abbonamento. Non sarebbe sbagliato neppure tener conto dei più vecchi fedeli abbonati.
  6. CULTURA PER TUTTI – Ritengo comunque che la cultura sia un bene da rendere fruibile ad un numero sempre maggiore di persone. Se il restyling del teatro per renderlo più confortevole è andato a scapito della capienza, è una scelta che non condivido. Ritengo inoltre che si debbano consentire pari opportunità per l’acquisizione di un prodotto culturale, senza corsie preferenziali.

Chiedo pertanto al sindaco di riferire sui fatti avvenuti, rispondendo agli interrogativi desumibili dalla narrazione di cui sopra, che Lista per Ravenna sottoscrive.