Sui vistosi aumenti delle indennità mensili dei sindaci e loro assessori nelle maggiori città italiane, pari ad un raddoppio e più di quelle preesistenti, oggetto di una mia critica generale di sistema, non personale né specifica, si sono avute due autorevoli correzioni di tiro.

Secondo l’assessore al bilancio del Comune di Ravenna, Livia Molducci: Le indennità non andranno a pesare sul bilancio comunale, dato che si tratterà di trasferimenti statali. E qualora il sindaco decidesse di rinunciarvi non saranno soldi in più per il Comune. Questo concetto è stato espresso anche dal sindaco di Massalombarda, Daniele Bassi: Ai Comuni questi adeguamenti non costeranno nulla e non porterebbero benefici finanziari se non accolti.

Non è esattamente così. Nella legge di bilancio per il 2022, lo Stato ha stanziato, per questi aumenti, contributi di 100 milioni sul 2022, di 150 sul 2023 e di 220 milioni sul 2024. Il resto sarà a carico dei bilanci comunali. La divisione di questi fondi tra i singoli Comuni deve però essere fatta con decreto del Ministro dell’Interno, che non c’è ancora. Il Comune di Ravenna non è stato lì ad aspettare, finanziando interamente col proprio bilancio la nuova spesa per il 2022, pari a 65.581 euro. Strano comunque che lo Stato intervenga a sostenere queste spese, dato che i Comuni, com’è logico, hanno sempre pagato i costi dei propri amministratori. Si è voluto salvarne la faccia davanti ai loro contribuenti. Ma soprattutto non è da buoni amministratori pubblici ritenere che i soldi dello Stato bisogna spenderli a tutti i costi, per esempio contro il volere dei concittadini, se no tornano indietro. Sono sempre soldi pubblici. Nessuno è stato costretto ad accettare gli aumenti per intero. Potrebbero anche incassarli e devolverli almeno in parte ai servizi sociali. Ieri, i sindaci si sono sollevati contro lo Stato per gli aumenti delle bollette nei Comuni, secondo loro pari a 500 milioni. Quasi la stessa cifra finanziata dallo Stato per ingrossare i loro stipendi.

Il sindaco di Massa Lombarda ha detto anche: I sindaci di Comuni come il mio (10.600 abitanti per esempio) dovrebbero forse sentirsi in colpa perché dai 1.737 euro al mese (per 12 mensilità, non dimentichiamolo), andranno a percepire quasi 2.150 mensili?”. Per l’esattezza, i sindaci dei Comuni con più di 10.000 abitanti avevano un’indennità di 2.789 euro, ovviamente lordi, come gli stipendi di tutti i cittadini. Dal 2024, dopo i primi due aumenti intermedi, sarà di 4.140. È vero tuttavia che il raddoppio, più o meno, delle indennità a livelli altissimi riguarda i Comuni capoluoghi di provincia. Gli altri aumenti sono meno eclatanti. Ma è sotto i 5.000 e i 3.000 abitanti che poco si può dire sulle indennità dei sindaci, le quali, rispettivamente di 1.952 e 1.659 lordi, diventeranno 3.036 e 2.708 nel 2024. Questa riflessione, che avevo già fatto col collega Ancarani in consiglio comunale, mi era colpevolmente rimasta nella penna.