La suggestiva Taverna Mazzetti di Ravenna, località San Romualdo, aprirà le sue porte venerdì 10 maggio 2024, alle ore 18:00, per un evento di straordinaria rilevanza culturale e sociale, ospitando il convegno “Semplicemente Umano: Aborto e Bambini Concepiti e Non Nati”. Organizzato da Pro Vita & Famiglia Onlus in collaborazione con Radio Spada, la Fondazione Pascendi ETS e l’Associazione culturale San Michele Arcangelo, l’incontro si pone al centro delle questioni più delicate e significative del dibattito contemporaneo sull’inizio della vita umana.

Questa serata vedrà la partecipazione di esperti di calibro eccezionale che si confronteranno su temi di grande impatto bioetico, giuridico e teologico-filosofico. Tra i relatori annoveriamo personalità come Francesca Romana Poleggi, membro del Direttivo di Pro Vita & Famiglia, e don Gabriele D’Avino, nuovo superiore del Distretto italiano della Fraternità sacerdotale San Pio X, società di vita apostolica fondata da monsignor Marcel Lefebvre.

Sotto l’esperta guida della giornalista Ilaria Pisa di Radio Spada, che modererà l’evento, il convegno si prefigge di fornire spunti di riflessione profondi sulle questioni dell’aborto e sulla tradizionale dottrina cattolica riguardanti il Limbo e il destino soprannaturale delle anime bambini concepiti e non nati.

Per l’Associazione culturale San Michele Arcangelo  si tratta di «un’occasione unica per approfondire e dibattere temi di fondamentale importanza. Questo appuntamento promette di essere non solo un momento di grande arricchimento intellettuale, ma anche un’opportunità per condividere visioni e speranze riguardo al futuro della nostra società, il cui futuro è minacciato dal calo demografico».

«L’invito a don Gabriele D’Avino, superiore del Distretto italiano della Fraternità sacerdotale San Pio X», continua l’Associazione, «è un passo verso l’apertura. L’Associazione, infatti, promuove un ambiente di dibattito ampio, invitando spesso sacerdoti diocesani o religiosi per incoraggiare un confronto senza timori, censure o restrizioni.

Nonostante i vescovi della Fraternità siano stati sollevati dalle scomuniche e i suoi sacerdoti godano di speciali facoltà nell’ascoltare le confessioni e assistere ai matrimoni concesse ufficialmente dal Papa regnante, esistono – a livello generale – ancora inspiegabili pregiudizi e tentativi di censura e di ritorsione quando si cerca di facilitare il dialogo con questa comunità: un vero non senso, se si considera che, contemporaneamente, a livello non solo italiano, ma internazionale, si aprono le porte delle cattedrali, dei santuari, delle parrocchie e dei seminari ad esponenti di altre confessioni cristiane e persino a rappresentanti dell’Islam, del Buddismo e delle religioni umane politeiste».